Palacio, Brescia ha il suo Ibra

di Vincenzo Corbetta
Rodrigo Palacio, 39 anni, esulta dopo la rete segnata sabato che ha fissato il 3-1 all’Alessandria Zlatan Ibrahimovic, 39 anni, riceve l’ovazione di San Siro dopo il gol del 2-0 in Milan-Lazio di domenicaIl gol di Ibrahimovic  contro la Lazio: primo della stagione e numero 503 in carriera per l’asso svedese del MilanIl tocco vincente di Palacio in Alessandria-Brescia 1-3 di sabato: primo centro in B e 212° con i club
Rodrigo Palacio, 39 anni, esulta dopo la rete segnata sabato che ha fissato il 3-1 all’Alessandria Zlatan Ibrahimovic, 39 anni, riceve l’ovazione di San Siro dopo il gol del 2-0 in Milan-Lazio di domenicaIl gol di Ibrahimovic contro la Lazio: primo della stagione e numero 503 in carriera per l’asso svedese del MilanIl tocco vincente di Palacio in Alessandria-Brescia 1-3 di sabato: primo centro in B e 212° con i club
Rodrigo Palacio, 39 anni, esulta dopo la rete segnata sabato che ha fissato il 3-1 all’Alessandria Zlatan Ibrahimovic, 39 anni, riceve l’ovazione di San Siro dopo il gol del 2-0 in Milan-Lazio di domenicaIl gol di Ibrahimovic  contro la Lazio: primo della stagione e numero 503 in carriera per l’asso svedese del MilanIl tocco vincente di Palacio in Alessandria-Brescia 1-3 di sabato: primo centro in B e 212° con i club
Rodrigo Palacio, 39 anni, esulta dopo la rete segnata sabato che ha fissato il 3-1 all’Alessandria Zlatan Ibrahimovic, 39 anni, riceve l’ovazione di San Siro dopo il gol del 2-0 in Milan-Lazio di domenicaIl gol di Ibrahimovic contro la Lazio: primo della stagione e numero 503 in carriera per l’asso svedese del MilanIl tocco vincente di Palacio in Alessandria-Brescia 1-3 di sabato: primo centro in B e 212° con i club

La suggestione è stata istantanea: Rodrigo Palacio per il Brescia può essere ciò che Zlatan Ibrahimovic è per il Milan. Un trascinatore per esempio, esperienza, carisma, timore che incute agli avversari, gol. Guardacaso sia Palacio che Ibra si sono sbloccati nell’ultimo fine settimana: sabato l’argentino del Brescia ha fissato il 3-1 ad Alessandria; domenica lo svedese del Milan ha blindato il 2-0 dei rossoneri contro la Lazio a San Siro. Tra i 2, dunque, c’è già un doppio punto in comune: 1) non hanno mai giocato titolari, eppure hanno già lasciato il segno; 2) le loro squadre sono a punteggio pieno dopo 3 giornate. Al Moccagatta Palacio ha impiegato 33 minuti per segnare: entrato al 15’ della ripresa al posto di Bajic, ha fatto irruzione nel tabellino dei marcatori al 3° minuto di recupero. Merito del pressing di Cavion su Parodi e al Trenza si è spalancato un portone verso le porta di Pisseri, trafitto con un destro pronto e intelligente. La treccia svolazzava, gli scarpini però erano ben allacciati al contrario di quelli di Ibra, che stava provvedendo quando ha visto il contropiede di Rebic e, con le stringhe non annodate, di destro ha appoggiato in rete 7 minuti dopo il suo ingresso e 175 giorni dopo l’ultima rete alla Fiorentina. Palacio mancava dal tabellino dei marcatori da 127 giorni, dal 17 maggio scorso, quando al Bentegodi la sua zampata a 8 minuti dalla conclusione consentì al Bologna di raggiungere il 2-2 contro il Verona. E con la rete di Alessandria ha raggiunto quota 212 con i club, mentre Ibrahimovic è arrivato addirittura a quota 503. E oggi, ad Anfield Road contro il Liverpool, alle soglie dei 40 anni, riassaporerà la Champions League. Il Trenza e Ibra non potrebbero essere più diversi per struttura fisica, caratteristiche tecniche e umane. Palacio è un leader silenzioso, perfino timido nell’approccio. Nella conferenza stampa di presentazione a Torbole Casaglia si è però infastidito, con un garbo d’altri tempi peraltro, all’ennesima sottolineatura sull’età («Mi fate sempre le stesse domande») ma si è illuminato nel ricordare i grandi giocatori passati dal Brescia: «Conosco la storia di questa società, so benissimo quali campioni hanno indossato questa maglia: ho scelto di venire qui anche per questo, uno stimolo in più». Ibra avrebbe fatto lo stesso? L’ultima uscita: «Il Pallone d’Oro non manca a me, sono io che manco al Pallone d’Oro». Ma Palacio si fa sentire, eccome, in campo e nello spogliatoio. Nella fornace di Terni al debutto, durante la pausa di metà ripresa per dissetarsi, ha dispensato consigli e incoraggiamenti ai compagni. E quando è entrato, sul finire di una partita già archiviata nel primo tempo dalla doppietta di Bajic, ha fatto vedere come si fa: giocate intelligenti e sapienti in zona offensiva, ma anche un paio di recuperi in copertura. E ha pure sfiorato la rete. Contro il Cosenza, alla prima al Rigamonti, nel finale ha mandato in gol Moreo per il 5-1 conclusivo con un morbido cross di destro dopo uin dribbling. E ad Alessandria è andato oltre, non solo per il minutaggio maggiore (mezz’ora più recupero): con le sue finte ha spesso mandato in tilt la resistibile difesa avversaria, si è pure preso un’ammonizione «intelligente» fermando in avvio un contropiede dell’Alessandria quando il punteggio era ancora in bilico, è stato freddissimo nel firmare il 3-1. Una rete storica, che lo pone in cima alla graduatoria dei marcatori più anziani della storia biancazzurra (39 anni, 7 mesi, 6 giorni). Ciò che ci si chiede adesso è: per quanto tempo Palacio vedrà ancora la panchina all’inizio? Il Brescia avrà il suo Ibrahimovic a tempo parziale, un Altafini degli anni 2000, decisivo entrando a gara in corso? A Pippo Inzaghi l’ardua risposta a partire già dall’anticipo di venerdì al Rigamonti contro il Crotone. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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