Possesso palla elevato, pochi dribbling riusciti

Filippo Inzaghi: la grinta dell’allenatore biancazzurro, 48 anni
Filippo Inzaghi: la grinta dell’allenatore biancazzurro, 48 anni
Filippo Inzaghi: la grinta dell’allenatore biancazzurro, 48 anni
Filippo Inzaghi: la grinta dell’allenatore biancazzurro, 48 anni

Le cose positive: è stata la seconda migliore prestazione della stagione per possesso palla (60%, meglio solo con il Cosenza, 68%), la quinta per numero di passaggi completati (372) e di tiri dall'interno dell'area (5). Le negative: dribbling riusciti (8), tiri (12), precisione nella trasmissione di palla (76%) e cross a segno (5,5) sono tutti al di sotto della media stagionale della squadra. È la fotografia di un Brescia che ha cercato di scrollarsi di dosso i problemi delle partite interne e ci è riuscito per metà. Non a caso il risultato è un pari. Vero poi che il Cittadella non è il migliore degli avversari per riappropriarsi dei propri spazi. È la squadra che ha cambiato meno di tutta la B, viene da cinque play-off consecutivi e da una finale persa per un gol con il Venezia. Non sono dettagli. Inevitabile che gli allenatori a fine gara arrivino, chi velatamente chi tra le righe, alla medesima conclusione: meritavamo la vittoria. Può anche essere vero (il pareggio è il più indecifrabile dei risultati) ma la sostanza è che il Brescia non è riuscito a sfatare il doppio tabù (Rigamonti e Cittadella) e i veneti hanno infilato l'ottavo risultato utile nel confronto diretto. Di buono per il Brescia c'è il punto preso in rimonta: si poteva anche perdere. Quanto alle scelte, Inzaghi ha lanciato la formazione più ragionevole. Senza van de Looi ha schierato Bisoli come schermo davanti alla difesa, come già successo in altre due occasioni quest'anno. Per i cultori della materia: Bisoli non doveva dettare i tempi e costruire gioco, il play non è una posizione in campo ma un compito. Al suo fianco un tuttofare come Bertagnoli e un palleggiatore come Cavion, le cui 131 presenze in B hanno pesato più delle zero di Andreoli. Il classe 2001 - due stagioni tra i «grandi» con Franciacorta e Pergolettese, in D e C - è stato inserito nel momento in cui il Cittadella aveva tolto pressione al metodista del Brescia e ha fatto una buona prestazione. In questo la gestione di Inzaghi è stata attenta e oculata per uno di tanti patrimoni da tutelare. A proposito di pressione… Mentre tutti parlano di approccio sbagliato (ma cos'è, in sostanza, l'approccio?) va evidenziato il modo in cui il Cittadella ha ribaltato il rombo di centrocampo per controllare il Brescia. Gorini ha decentrato la principale fonte di fantasia della squadra mettendo D'Urso mezz’ala destra e Vita trequartista riuscendo a congestionare una zona fondamentale del campo. Il Brescia ha saputo ovviare con numerose sventagliate per Tramoni e Leris, da cui le migliori occasioni del primo tempo, ma il non gioco dei minuti iniziali è dovuto soprattutto al modo di stare in campo dell'avversario e non ad amnesie mentali. I gol nascono da errori: di Cistana lo 0-1, di Kastrati l'1-1. Ma sono circostanze che non spostano di una virgola l'analisi complessiva.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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