Primato Palacio: è il più anziano tra i marcatori

di Vincenzo Corbetta
Rodrigo Palacio esulta dopo il gol del 3-1 all’Alessandria: una rete che proietta l’argentino nella storia del BresciaRoberto Baggio: 45 reti in 95 gare con il Brescia tra il 2000 e il 2004Rodrigo Palacio supera di corsa un giocatore dell’Alessandria SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo Venezia
Rodrigo Palacio esulta dopo il gol del 3-1 all’Alessandria: una rete che proietta l’argentino nella storia del BresciaRoberto Baggio: 45 reti in 95 gare con il Brescia tra il 2000 e il 2004Rodrigo Palacio supera di corsa un giocatore dell’Alessandria SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo Venezia
Rodrigo Palacio esulta dopo il gol del 3-1 all’Alessandria: una rete che proietta l’argentino nella storia del BresciaRoberto Baggio: 45 reti in 95 gare con il Brescia tra il 2000 e il 2004Rodrigo Palacio supera di corsa un giocatore dell’Alessandria SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo Venezia
Rodrigo Palacio esulta dopo il gol del 3-1 all’Alessandria: una rete che proietta l’argentino nella storia del BresciaRoberto Baggio: 45 reti in 95 gare con il Brescia tra il 2000 e il 2004Rodrigo Palacio supera di corsa un giocatore dell’Alessandria SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo Venezia

Un tocco di classe e un’oretta per entrare nella storia. Con la rete all’Alessandria, Rodrigo Palacio è diventato il marcatore più anziano della storia biancazzurra, a 39 anni, 7 mesi e 6 giorni, essendo nato il 5 febbraio 1982. E il detronizzato è nientemeno che il più grande giocatore di sempre del Brescia, Roberto Baggio, che il 9 maggio 2004 nel 2-1 alla Lazio segnò l’ultima rete della carriera a 37 anni, 3 mesi e 21 giorni (18 febbraio 1967). Finora Palacio ha giocato 60 minuti tondi nel Brescia: 8 contro la Ternana al debutto, 22 con il Cosenza al Rigamonti prima della sosta e mezz’ora ieri ad Alessandria. Ebbene, al 3° dei 6 minuti di recupero finale, l’argentino ha sfruttato un efficacissimo pressing di Cavion su Parodi, con passo felpato si è involato verso Pisseri e lo ha crocifisso con un tocco di destro che è un colpo magistrale di fioretto. Poi, accompagnato da Cavion, è andato a esultare sotto il settore dei tifosi bresciani con le dita a indicare il cielo, tributo a qualche caro che non c’è più. Un gesto che il Trenza ha ripetuto anche quando è tornato a centrocampo per la ripresa della partita che ormai non c’era più. Palacio, dunque, meglio di Baggio almeno per l’anagrafe. Ma l’attaccante sa bene di chi si sta parlando: «Eh, lo so che giocatori ha avuto il Brescia, che grandi campioni - aveva detto il giorno della presentazione -. Nella scelta di venire qui ha pesato anche la storia di questa società. Sì, è stata uno stimolo in più». Ogni volta che scende in campo Palacio ha uno stimolo in più. Ad Alessandria la sua presenza ha dato un impulso notevolissimo alla gestione del vantaggio, soprattutto dopo la rete dell’Alessandria firmata da Corazza al 28’ del secondo tempo. L’argentino era entrato già da 13 minuti e aveva incantato per un paio di finte sapienti e movimenti da maestro. Notevole un dribbling sulla linea di fondo, facendo fuori in velocità un avversario di una decina di anni più giovane. E astuta l’ammonizione spesa al 36’ del secondo tempo per fermare l’azione in velocità di un grigio, che poteva avere i crismi della pericolosità. L’esperienza porta ad avere una visione, un sentore di come può finire una manovra avversaria. Certo, i tempi di Baggio sono unici. E irripetibili. Ma il Trenza può essere, anzi è già l’asso nella manica di Pippo Inzaghi, che non per niente ha fatto di tutto per portarlo in biancazzurro. E Palacio, con tutto il suo bagaglio tecnico e umano, può essere davvero l’Ibrahimovic del Brescia: trascinatore in campo e fuori, l’esempio del professionista a tutto tondo che in campo rende e fuori sgobba. Alla fine, del Palacio da record in un’oretta di biancazzurro, rimane un dubbio: come si farà d’ora in avanti a tenerlo sempre fuori dall’undici titolare?•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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