Ripartenza Brescia Una certezza c’è e si chiama Bisoli

di Gian Paolo Laffranchi
Figlio e padre a duello: Dimitri Bisoli e Pierpaolo Bisoli al Rigamonti in Brescia-Vicenza nel 2016  FOTO ONLY CREW2016, inizio ritiro: Andrea Cistana, Massimiliano Mangraviti e Dimitri Bisoli
Figlio e padre a duello: Dimitri Bisoli e Pierpaolo Bisoli al Rigamonti in Brescia-Vicenza nel 2016 FOTO ONLY CREW2016, inizio ritiro: Andrea Cistana, Massimiliano Mangraviti e Dimitri Bisoli
Figlio e padre a duello: Dimitri Bisoli e Pierpaolo Bisoli al Rigamonti in Brescia-Vicenza nel 2016  FOTO ONLY CREW2016, inizio ritiro: Andrea Cistana, Massimiliano Mangraviti e Dimitri Bisoli
Figlio e padre a duello: Dimitri Bisoli e Pierpaolo Bisoli al Rigamonti in Brescia-Vicenza nel 2016 FOTO ONLY CREW2016, inizio ritiro: Andrea Cistana, Massimiliano Mangraviti e Dimitri Bisoli

La Juventus vinceva lo scudetto con Buffon in porta e Mandzukic in attacco, in Champions League la finale era il derby di Madrid (e sì, come al solito vinceva il Real). In Serie B il Brescia si piazzava a metà classifica calando dopo una super partenza, sotto la guida di Roberto Boscaglia. Era l’estate del 2016 e Dimitri Bisoli varcava la soglia del suo destino chiamato Brescia. «Avevo chiesto il favore di dargli una possibilità, vederlo almeno alla prova» ha raccontato tempo dopo suo padre Pierpaolo. La sua parola valeva qualcosa: era stato mediano del Brescia più bello, quello di Baggio & Mazzone; nel Cagliari di Massimo Cellino (che sarebbe diventato presidente l’estate successiva) si era imposto collezionando 164 presenze e 5 gol fra il 1991 e il 1997. Aveva fiducia nel figlio, certo, ma non poteva immaginare che sarebbe riuscito nella stessa impresa in biancazzurro. Sei anni dopo quell’estate, Bisoli può definirsi la bandiera del Brescia. Ha già superato quota 200 presenze: 205 contando i play-off, 213 con la Coppa Italia. È un centrocampista dal gol facile, visto che ne ha segnati 24 in campionato (e 2 in Coppa Italia), timbrando una volta anche in Serie A. Categoria in cui ha debuttato da capitano, manco a farlo apposta, proprio a Cagliari, nella città in cui è nato quando papà era un pilastro rossoblù. Il padre Pierpaolo, poi, Dimitri l’ha sfidato più volte dalla parte del Brescia. Ha vinto junior contro le squadre allenate da senior nel 2016/17 (2-1 al Vicenza), nel ’17/18 (1-0 al Padova in Coppa Italia) e nel ’18/19 (4-1 sempre al Padova). Due i pareggi, al Menti nel ’16/17 (1-1) e all’Euganeo nel ’18/19 (1-1). Niente duelli nell’ultimo torneo: quando Pierpaolo è subentrato a Cosenza il Brescia aveva già affrontato due volte i calabresi. La stagione si è conclusa con la salvezza miracolosa strappata da senior ai play-out, a spese del Vicenza. Dimitri si è dovuto fermare in semifinale contro il Monza, ma di quell’uscita ai play-off non restano solo le sue lacrime. Pur tra alti e bassi, Bisoli si è confermato uomo-squadra. È un leader per i giovani, è un jolly multi-uso al punto di reinventarsi all’occorrenza playmaker, lui che ha le caratteristiche del mediano incursore. Ma Dimitri ha fatto di tutto: mezz’ala, esterno, anche terzino. Non è portiere e non è centravanti, sul resto si può discutere. Le offerte non gli sono mai mancate (Genoa, Bologna, Cagliari...), ma la volontà era mettere radici qui. Missione compiuta. E così, nell’estate in cui i big fanno le valigie, da Jesse Joronen diretto al Venezia ad Andrea Cistana che pare destinato alla Serie A, e l’unico riscatto è quello di Stefano Moreo, la certezza fra i senatori rimane lui. Dimitri Bisoli. Arrivato senza clamori, diventato la bandiera.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti