IL LIBRO

«V for Brescia», la passione di vivere in biancazzurro

In 114 pagine 25 campioni raccontati dalla penna del «nostro» Gian Paolo Laffranchi. Caracciolo: «Contento di quanto vissuto: sono io che devo ringraziare la città e i tifosi». La presentazione alla Latteria Molloy
Monica Mero, Gianpaolo Saurini, l’autore del libro Gian Paolo Laffranchi, Andrea Caracciolo e Paolo «Blodio» Fappani sul palco della Letteria Molloy
Monica Mero, Gianpaolo Saurini, l’autore del libro Gian Paolo Laffranchi, Andrea Caracciolo e Paolo «Blodio» Fappani sul palco della Letteria Molloy
Monica Mero, Gianpaolo Saurini, l’autore del libro Gian Paolo Laffranchi, Andrea Caracciolo e Paolo «Blodio» Fappani sul palco della Letteria Molloy
Monica Mero, Gianpaolo Saurini, l’autore del libro Gian Paolo Laffranchi, Andrea Caracciolo e Paolo «Blodio» Fappani sul palco della Letteria Molloy

Anche lontano dagli spalti del Rigamonti, ci si emoziona a parlare di Brescia. Il risultato è scontato: si gioca in casa e si vince sempre, si gonfia il petto, ci si sente orgogliosi dell’appartenenza alla squadra e alla maglia più bella, e non c’entra il recente sondaggio della Lega B. Alla Latteria Molloy l’«1» fisso è merito di Gian Paolo Laffranchi e del suo «V for Brescia» (Urbone Publishing, 114 pagine, 14 euro), il primo libro del vice caposervizio di Bresciaoggi presentato ieri in una serata condotta da Emanuele Turelli, 25 protagonisti biancazzurri raccontati da «una persona che ha delle qualità rare oggi, soprattutto in chi fa il giornalista»: sono le parole di Ambra Angiolini, che in un video legge «il capitolo che mi ha colpito di più», quello su Mero. Le parole scritte da Laffranchi («Qui sei stato e qui resti. Sceriffo del Brescia, per sempre», la conclusione del capitolo) vanno dritte al cuore di Monica, la moglie di Vittorio, presente con il figlio Alessandro, «e mi piace che Alessandro sappia che ricordo ha lasciato qui il suo papà. Questo libro non ci sarebbe stato senza Mero», il (doppio) tocco di classe di Laffranchi. Monica non nasconde la commozione, si sente «presa in contropiede. Mi trema il cuore». Il cuore trema anche ad Andrea Caracciolo e Giampaolo Saurini, che con il musicista tifoso Paolo «Blodio» Fappani, sono sul palco con Laffranchi. L’Airone, 179 gol con la «V» (nessuno come lui) e che sabato compirà 40 anni, ha un guizzo da bomber. «Vedo che Gian Paolo è teso. Lo eravamo anche noi in campo, mentre lui se ne stava lassù in tribuna a guardarci». Ma aggiunge: «Laffranchi ha una scrittura che emoziona. Sono contento di aver vissuto tutto ciò che ha scritto. Il mio rapporto con Brescia? Sono io che la ringrazio per quanto mi ha dato». La sua è la storia di uno nato altrove (a Milano) e che si è subito innamorato di una città e della sua gente «che sa coinvolgerti, rispettarti, trascinarti come nessuna». Saurini viene riconosciuto da più di un tifoso alla Latteria Molloy: «Arrivai a Brescia che era deserta - racconta l’ex centravanti, protagonista della promozione in A ’91-92 -, non ci volevo venire. Ma quando nel ritiro di San Lorenzo in Banale vidi in quanti ci avevano seguito, e con che passione, cambiò tutto». Oltre al capitolo su Mero, recitato magistralmente da Ambra, vengono letti i brani su Baggio («Il grande scoop di Bresciaoggi del maestro di tutti noi, Giorgio Sbaraini», dice Laffranchi»), Caracciolo, Corioni, «il presidente, di cui ricordo una nostra foto pubblicata ai tempi d’oro: era felice di quel che stava facendo per il suo Brescia, lo viveva. Quale altra provinciale ha avuto assi come Hagi, un Pallone d’Oro come Baggio, campioni del mondo come Altobelli, Toni e Pirlo?». Con il Brescia si gioca in casa. Ed è vittoria facile se a farne gli onori è la penna del «nostro» Gpl. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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