Brescia trascurata da 2 anni: merita di più

Uno spettacolo rosa molto apprezzato sulla circonvallazione di Pozzolengo ma troppo corto: il Giro d’Italia numero 104 ieri è transitato per alcuni minuti sul territorio bresciano prima di entrare nella confinante terra mantovano. Giusto un assaggio e nulla di più a due anni dall’ultimo arrivo a Pontedilegno con la vittoria di giornata di Giulio Ciccone su Hirt e Masnada con Carapaz leader, mentre l’anno precedente fece tappa a Iseo dove si affermò Elia Viviani sotto un autentico diluvio davanti a Bennett e Bonifazio con Simon Yates in maglia rosa. Da due anni Brescia e provincia non figurano nel programma della gara più amata dagli italiani. Evidentemente patron Mauro Vegni ha deciso di gratificare le altre numerose richieste, tenendo in sospeso quelle da tempo giacenti sulla sua scrivania fatte pervenire da aziende, amministrazioni pubbliche e associazioni bresciane. Iseo e la Franciacorta tutta sono ancora in attesa di poter ospitare una tappa a cronometro tra i vigneti di questa suggestiva zona: nel 2018 solo parzialmente i corridori le resero omaggio. La speranza è che l’attesa non sia troppo lunga. In Franciacorta hanno già pronto le bollicine per brindare all’evento e soprattutto regalare al popolo del ciclismo una giornata di grandissimo spettacolo. Anche sul lago di Garda qualcosa si sta muovendo, ma di certo non c’è niente. La volontà di ospitare il Giro d’Italia è grande, ma non basta per poter fare festa. Le persone interessate si sono già messe a contatto con l’Rcs ma di certo non c’è proprio nulla. Sono pure sempre in attesa di una risposta affermativa anche gli amici Lucchini, triumplini doc che hanno in Imerio l’appassionato e vulcanico capofila. Qualche anno fa la cosa sembrava fatta dopo un colloquio con l’allora patron Angelo Zomegnan. Imerio Lucchini aveva già dato le garanzie del caso per fare arrivare una tappa al Maniva, vicino al Rifugio Bonardi, che lui ha restituito al pubblico completamente rifatto e funzionale. Nell’attesa ha sponsorizzato alcune tappe del Brixia Tour e del Giro d’Italia dilettanti. Ma è alla corsa rosa che lui pensa giorno e notte. Brescia e provincia meritano maggior attenzione dagli organizzatori per la passione e la volontà che da sempre le contraddistinguo. A Brescia e provincia si possono disegnare percorsi tecnici, spettacolari e duri: non c’è che l’imbarazzo della scelta. Il Monte Maddalena nel capoluogo, Gavia, Tonale, Aprica, Mortirolo, Pontedilegno, Borno, Montecampione sono solo alcune delle località che potrebbero essere sedi di una tappa adatta ai passisti-scalatori o agli scalatori puri. Nell’entroterra morenico del lago di Garda e in Franciacorta è possibile varare finali spettacolari e nel contempo tecnici. La Rcs lo sa benissimo e riteniamo che nelle prossime edizioni la corsa rosa possa approdare nuovamente sul nostro territorio e non essere solo sede di transito di qualche minuto. Per ben 44 volte il Giro è stato sede d’arrivo di tappa e persino finale con il grande spettacolo di folla il 26 maggio 2013 con la vittoria di Mark Cavendish e il successo finale di Vincenzo Nibali. Brescia e provincia sono state pure sedi di partenza per 43 volte, come dire che negli anni la corsa rosa è scattata o conclusa davvero numerose volte con protagonisti i più grandi campioni: da Fausto Coppi a Gino Bartali; da Eddy Merckx a Fiorenzo Magni. E i bresciani Fausto Bertoglio, Michele Dancelli, Pierino Gavazzi, Davide Boifava, Roberto Visentini hanno regalato grandi soddisfazioni ai tifosi. Lo spettacolo di ieri a Pozzolengo è stato bello e gioioso, ma Brescia e provincia meritano di più. E chissà che i colloqui di queste ultime settimane non sortiscano effetti. Mentre il Giro numero 104 si avvia alla fine, è già tempo di pensare all’edizione 2022, che si spera riservi ai bresciani una giornata super, come le 87 precedenti. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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