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Colbrelli nella top ten della classifica Uci: è 9° «Può vincere il Mondiale»

di Angiolino Massolini
L'ultima vittoria di Sonny Colbrelli, 31 anni, sabato scorso a Cesenatico: ha dominato il Memorial Marco Pantani
L'ultima vittoria di Sonny Colbrelli, 31 anni, sabato scorso a Cesenatico: ha dominato il Memorial Marco Pantani
L'ultima vittoria di Sonny Colbrelli, 31 anni, sabato scorso a Cesenatico: ha dominato il Memorial Marco Pantani
L'ultima vittoria di Sonny Colbrelli, 31 anni, sabato scorso a Cesenatico: ha dominato il Memorial Marco Pantani

Sonny Colbelli è il miglior ciclista italiano. Ed è entrato nell'elite mondiale. Lo dicono i risultati, lo certifica la classifica dell'Uci, l'Unione ciclistica internazionale. Colbrelli è nella top ten. Occupa il 9° posto dietro al belga Wout Van Aert, 1°; agli slovani Tadej Pogacar e Primoz Roglic, 2° e 3°. Poi nell'ordine il francese Julian Alaphilippe, il colombiano Egan Bernal, l'olandese Matheu Van der Poel, l'ecuadoriano Richard Carapaz e al portoghese Joao Almeyda. Colbrelli sta vivendo un'annata magica: ben 7 le vittorie, con i fiori all'occhiello del campionato italiano a Imola il 20 giugno e del titolo europeo a Trento meno di 2 settimane fa. Se vincesse anche il Mondiale di domenica a Lovanio, in Belgio, Colbrelli centrerebbe un incredibile triplete. E Moreno Argentin, 60 anni, campione del mondo nel 1986 a Colorado Springs negli Stati Uniti, assicura che è possibile: «Colbrelli quest'anno ha espresso le caratteristiche per vincere il Mondiale - afferma il campione veneto -. L'ho visto all'Europeo e mi ha impressionato. Quando è rimasto con Evenepoel ha pedalato più sciolto e alla fine ha avuto ragione. Quando è rientrato da solo sui fuggitivi è stato super».

Argentin da anni organizza corse dilettantistiche e professionistiche. Ha quindi il polso della situazione: «Un'attività che mi ha dato grosse soddisfazioni e che mi permette di conoscere bene i corridori. Colbrelli ha le qualità per vincere ma se potrà contare sulla squadra, soprattutto su Matteo Trentin e Giacomo Nizzolo, anch'essi bravi quando sono di scena in Belgio. Per vincere il Mondiale occorre essere in grandi condizioni fisiche, morali e mentali, non avere problemi in corsa, come forature o cadute, restare con gli occhi aperti dai primi chilometri». Il Mondiale è lungo 268,300 chilometri, all'inizio alcuni big rimarranno al coperto, tra questi anche il Cobra: «Il Belgio andrà subito all'attacco per fare una prima selezione. Sono i padroni di casa, toccherà a loro fare la gara. E se fossi un italiano lo direi apertamente in conferenza stampa. Correre nelle Fiandre è speciale: decine di migliaia di tifosi saranno presenti per sostenere e spingere i propri beniamini. Guai a navigare nella pancia del gruppo troppo a lungo». Anche perché i belgi di carte da giocare ne hanno parecchie: «Tutti si attendono l'acuto di Van Aert ma gli altri 7 componenti della formazione hanno possibilità di emergere. Attenti quindi al Belgio, con Evenepoel che potrebbe fare da specchietto per le allodole e allo stesso tempo andare all'attacco».

Il percorso non è durissimo, ma salite e salitelle, pavè, strade strette potrebbero fare la differenza: «Sono d'accordo e su questo percorso Colbrelli dovrebbe trovarsi a suo agio. Anche se il chilometraggio sarà notevolmente superiore rispetto all'Europeo, il nostro campione può reggere il confronto con tutti e potrebbe davvero regalarci la grande soddisfazione. Sono fiducioso perché lui, Trentin e Nizzolo possono spaventare e battere i belgi. Non vanno dimenticati i vari Pogacar, Roglic, Alaphilippe».Per Argentin, Colbrelli «deve pensare in grande. Quando si corre il Mondiale, occorre essere caricati a mille e non avere paura di nessuno: parola di uno che ne ha disputati alcuni con buoni risultati. Pertanto tiferò per Colbrelli e tutta la Nazionale. E colgo l'occasione per salutare gli amici Guido Bontempi, Pierino Gavazzi e Bruno Leali, decisivi per farmi vincere il Mondiale nel 1986 a Colorado Springs». . © RIPRODUZIONE RISERVATA

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