Delusione Magro: «Abbiamo giocato con troppa paura»

di Alberto Banzola
Prestazione negativa anche per CJ Massinburg: non c’è pace per una Germani che non riesce a ripartire
Prestazione negativa anche per CJ Massinburg: non c’è pace per una Germani che non riesce a ripartire
Prestazione negativa anche per CJ Massinburg: non c’è pace per una Germani che non riesce a ripartire
Prestazione negativa anche per CJ Massinburg: non c’è pace per una Germani che non riesce a ripartire

Un alto incubo, in quello che doveva essere il fortino della Germani, e che al netto di qualsiasi scusante è diventato Fort Apache, il parquet dove gli avversari possono tranquillamente banchettare. Ancora una volta la partita della squadra di Alessandro Magro è durata due quarti: una ripresa da dimenticare e per la Germani le sconfitte in serie sono diventate cinque, tre tra le mura che tanto amiche non sono più. Nell’analisi della partita l’allenatore della Germani cerca di essere il più obiettivo possibile. «Avevamo lavorato sull’essere più consistenti - racconta -, nel proteggere il pitturato, aspetto dove siamo mancati nel secondo tempo. Nei rimbalzi difensivi, dove siamo sempre stati i migliori, abbiamo sofferto». Brava Ulm, Brescia non pervenuta. «La loro aggressività ha fatto la differenza, così come la fisicità. Troppe le palle perse - 16 - per poter competere a questo livello». Nei primi 20’ Ulm non sembrava impossibile da battere. Eppure... «I nostri avversari sono stati capaci, trascinati da Dos Santos, di attivarsi. Nell’ultima parte di match subire 7 triple ha dato a Ulm la spinta giusta». Spegnendo le - pochissime - velleità di Brescia. Il cammino di Eurocup, come quello in campionato, non è pregiudicato: difficile però pensare che Brescia possa rimettere in piedi la stagione senza una scossa. «Ho cercato all’intervallo di spingere i ragazzi. Siamo sembrati invece spaventati, come se ci fosse un fantasma in campo che ci siamo trascinati per tutto il secondo tempo. Non abbiamo avuto le facce giuste: dobbiamo ritrovare il nostro ritmo e la fiducia. La voglia di giocare assieme? Non manca. Ma ci sono sempre gli avversari da tenere in considerazione. Abbiamo preparato la partita negli ultimi due giorni. È il momento di minore fiducia: vedere che i tuoi avversari segnano con facilità ti scoraggia». Spontaneo chiedersi se sia tutto da rifare. «Ogni giorno mi chiedo se ho commesso degli errori. Abbiamo chiesto di fare determinati tipi di sforzi, ma non dimentichiamoci com’era stata disegnata la squadra e gli infortuni». Intanto, mentre il proprietario Mauro Ferrari abbandona la tribuna prima della quarta sirena, Ryan Taylor si è visto la partita dalla panchina per 40’. «Taylor? C’era bisogno di ridurre le rotazioni e di tenere in campo giocatori con maggior fiducia». Segnale che qualche giocatore potrebbe non rientrare più nei piani».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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