Dopo il ko contro il Genoa la caccia al patron Cellino

Un momento della contestazione  dopo la sconfitta con il Genoa
Un momento della contestazione dopo la sconfitta con il Genoa
Un momento della contestazione  dopo la sconfitta con il Genoa
Un momento della contestazione dopo la sconfitta con il Genoa

Nulla a che vedere con quanto accaduto la scorsa notte, ma durante questa disgraziata stagione gli ultras del Brescia avevano già portato scompiglio, e non poco, all’interno del Rigamonti. Nel periodo più buio del campionato, con la formazione di Gastaldello ultima in classifica e con più di un piede in Serie C, la frangia più calda delle rondinelle dopo la pesante sconfitta interna contro il Genoa (0-3 per i liguri il risultato della partita disputata il 18 marzo), e a due giorni dalla Marcia dell’orgoglio convocata per contestare le scelte della società di via Ferramola, aveva abbandonato la Curva Nord per invadere la Tribuna e dare «la caccia» a Massimo Cellino, il patron del Brescia ritenuto allora (e ancor più oggi dopo la retrocessione) il principale responsabile del campionato da incubo. Qualche minuto prima del fischio finale, circa duecento ultras erano piombati nel settore «vip» dello stadio e tra canti e slogan contro il presidente e la società avevano cercato fisicamente il patron, che però, su suggerimento delle forze dell’ordine, aveva già lasciato il suo posto in tribuna per trovare rifugio all’interno degli spogliatoi del Rigamonti. Anche in quella occasione, come purtroppo è accaduto giovedì sera, gli ultras erano riusciti a eludere l’intervento di polizia e carabinieri facendo saltare il servizio di sicurezza previsto durante ogni partita.

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