E Nadia progetta
l’impresa «Posso
lasciare il segno»

di A.MAS.
Nadia Fanchini: in stagione il suo miglior piazzamento è il terzo posto ottenuto nella discesa libera di Bad KleinkirchheimNadia Fanchini: la campionessa di Montecampione ha 31 anni
Nadia Fanchini: in stagione il suo miglior piazzamento è il terzo posto ottenuto nella discesa libera di Bad KleinkirchheimNadia Fanchini: la campionessa di Montecampione ha 31 anni
Nadia Fanchini: in stagione il suo miglior piazzamento è il terzo posto ottenuto nella discesa libera di Bad KleinkirchheimNadia Fanchini: la campionessa di Montecampione ha 31 anni
Nadia Fanchini: in stagione il suo miglior piazzamento è il terzo posto ottenuto nella discesa libera di Bad KleinkirchheimNadia Fanchini: la campionessa di Montecampione ha 31 anni

Per la terza volta alle Olimpiadi negli ultimi dodici anni di attività: Nadia Fanchini sarà al cancelletto di partenza delle prove veloci dei Giochi di PyeongChang in Corea del Sud a quattro anni dai Giochi di Sochi 2014 e a dodici da quelli di Torino 2006. Al debutto aveva chiuso ottava il gigante, decima la discesa libera, ventesima la kombinata (seconda in discesa)e trentottesima il supergigante. Saltata Vancouver per il doppio infortunio a Saint Moritz e Cortina ha disputato i Giochi di Sochi in Russia dove per soli 8/100 ha perso la medaglia di bronzo nello slalom gigante. È stata altresì decima in supergigante e ventiduesima in discesa libera. Nelle otto volte che si è presentata al cancelletto di partenza cinque volte è entrata nella top ten: ruolino di marcia sicuramente positivo anche se ha mancato per un soffio il podio.

E A QUATTRO ANNI di distanza dalla delusione di Sochi 2014 è nuovamente pronta a lanciare la sfida: a contrastarla sulle piste coreane ci saranno tutte le più grandi campionesse dello sci alpino planetario. E dopo le ultime due gare di Garmisch è pronta a dare battaglia: «Le Olimpiadi si disputano ogni quattro anni e rappresentano il top per ogni atleta. Fare bella figura e conquistare una medaglia è il sogno di tutte le partecipanti. Anch’io cullo questa ambizioone perché credo di aver dimostrato di poterlo coronare nelle mie precedenti gare olimpiche». Soprattutto a Sochi 2014 quando è andata davvero vicinissima alla gloria, salvo tornare a terra per via dell’exploit della Rebensburg: «Quattro anni fa ero caricatissima e decisa come non mai a vendere cara la pelle. In gigante sono stata brava ma non è bastato per centrare la zona medaglia. Quando ci penso mi viene una rabbia che vorrei spaccare il mondo. Contro il cronometro però non ci sono alibi: se le avversarie vanno più forte è giocoforza accettare il verdetto. Perdere però la medaglia di bronzo per pochi centimetri ha lasciato però una grande amarezza». C’è ancora il tempo però per riprendersi il maltolto. «Certamente. Non è la prima volta che riesco a ottenere performance importanti dopo i problemi fisici che hanno costellato la mia carriera. Credo di potermi giocare le mie chances di podio fino all’ultimo centimetro di gara. So benissimo che per riuscirci dovrò esprimermi ai massimi livelli, ma quando sto bene e la testa viaggia a pieno regime anche le gambe scivolano veloci a valle».

PRIMA E DOPO la gara non potrà confidarsi con la sorella Elena: questo è un problema inaspettato e incredibile: «Ma la sentirò vicina come non mai insieme a tutta la mia famiglia. Abbiamo sempre diviso gioie e dolori e sarà così anche questa volta. Sentirò Elena almeno un paio di volte al giorno per farmi consigliare. Le sue parole costituiranno una spinta eccezionale ed è per questo che penso positivo. Alla mia età è difficile pensare di poter correre un’altra Olimpiade, pertanto devo dare tutta me stessa e anche di più per lasciare un segno indelebile». Un miracolo l’ha già compiuto tornando sul podio in Coppa all’ottava gara dopo il doppio intervento all’omero sinistro. E dalle ultime gare, insieme a Sofia Goggia, è emerso che la squadra azzurra delle prove veloci ha ancora in Nadia Fanchini una delle armi più pericolose: «Quel giorno a Bad Kleinkirchheim ho riprovato la gioia di sciare che spero di riprovare nelle prove Coreane: ci vorrà coraggio e voglia di osare, ma ci proverò di sicuro». Anche perché in pista sarete in due e l’unione fa la forza: «Certo che sì. Sono pronta a lottare fino in fondo per conquistare il podio sfuggito per un soffio quattro anni fa. Farò appello a tutte le mie risorse tecniche, agonistiche e morali per riuscirci». Dunque venerdì, quando salirà sull’aereo che la porterà in Corea del Sud, Nadia Fanchini, avrà nella valigia un sogno e una dedica speciale: i chilometri di distanza dall’Italia si faranno sentire, ma ci sarà un lungo fino che unirà i cuori. • A.MAS.

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