L'INTERVISTA

Folco Donati: "Vanessa? Una predestinata. Stupirà ancora"

di Alessandro Maffessoli
Vanessa Ferrari tra Enrico Casella e Folco Donati
Vanessa Ferrari tra Enrico Casella e Folco Donati
Vanessa Ferrari tra Enrico Casella e Folco Donati
Vanessa Ferrari tra Enrico Casella e Folco Donati

Si dice che dietro ogni uomo di successo ci sia una grande donna. Parlando di Vanessa Ferrari e Folco Donati si può tranquillamente invertire l'ordine degli addendi. Il risultato non cambia. Nello strepitoso argento conquistato alle recenti Olimpiadi c'è anche lo zampino del presidente della Brixia. Uno che ha sempre creduto nell'indiscusso valore di Vanessa. Anche nei momenti più difficili.Donati, come è nato il suo percorso nella ginnastica e nella Brixia? La società è sorta nel 1984, io sono stato chiamato da Enrico Casella nel 1989. Ci conoscevamo da tanto, facevamo ginnastica insieme. Mi ha chiesto di fare il dirigente e ho accettato. Da lì si è costruito insieme quello che oggi è il più grande club italiano, tra i più importanti a livello internazionale. L'argento di Tokyo può essere visto come una vittoria?È il coronamento di un sogno che si avversa dopo tanti sacrifici e tanto impegno. Per chi fa sport ad alto livello la medaglia olimpica, a prescindere dal metallo, è la massima aspirazione. È una grande soddisfazione per lei, ma anche per Enrico Casella. Vanessa, leonessa, campionessa: sembrava tutto scritto?Lei è una campionessa a tutto tondo. Una persona splendida, difficile come tutti i campioni. Ha sempre messo davanti la propria attività. E questo le fa onore. Una bella soddisfazione anche per la Brixia?Assolutamente sì. Anche per noi è la prima. E poi è stata conquistata da un'atleta speciale.Si aspettava questa prova di forza da parte di Vanessa Ferrari?Ero fiducioso sul fatto che potesse andare a Doha, in coppa del mondo, vincere la sua sfida e ottenere il pass olimpico. In un contesto internazionale ha ottenuto un punteggio importante. Era un esercizio da finale. Lì è uscita la sua esperienza. Quindi, sì: ero convinto che potesse vincere una medaglia.Cosa ci può dire di Vanessa?È un'atleta e una ginnasta speciale: alla soglia dei 31 anni ha raggiunto un obiettivo di prestigio nonostante tutte le vicissitudini che ha avuto. E i numerosi infortuni. Per noi della Brixia è sempre stata la ginnasta di punta. Siamo molto orgogliosi di lei, ma c'è dell'altro...Ci dica.Dal 1996 la Brixia dà almeno una ginnasta alle squadre nazionali in occasione delle Olimpiadi. Francesca Morotti nel 1996, Monica Bergamelli e Irene Castelli nel 2000, ancora Monica Bergamelli nel 2004 e nel 2008 insieme a Vanessa Ferrari. Poi con Vanessa c'è stata Erika Fasana nel 2012 e nel 2016, in aggiunta a Martina Rizzelli nel 2016. A Tokyo c'erano anche Alice e Asia D'Amato e Martina Maggio.Si può dire che l'ingresso di Vanessa abbia alzato le aspettative della società?Sì. A Pechino arrivava da un campionato del mondo vinto e da una medaglia iridata, ma un infortunio l'ha limitata. A Londra il podio è sfumato per un cavillo, poi c'è stato il quarto posto anche a Rio. Quest'anno ha finalmente coronato la sua rincorsa.Ricorda la prima volta che ha visto Vanessa?Come no! Da noi la portò la madre. Ricordo il suo ingresso in palestra: sembrava un uccellino impaurito, ma aveva gli occhi furbi ed è bastato anche poco per capire che era una ginnasta interessante. Anche se bisognava approfondire alcuni aspetti, in primis la disponibilità della famiglia a sacrificarsi per portarla avanti e indietro. Non bastava saper fare una ruota o una capovolta.Però...Aveva un talento genuino. Enrico Casella ha impiegato un nanosecondo a capire che era una bambina sulla quale si poteva investire. E qui è nato il suo percorso. I genitori per anni l'hanno portata avanti e indietro quattro volte al giorno da Genivolta (frazione di Soresina). A loro va il nostro ringraziamento: è stato un supporto fondamentale. Il successivo trasferimento a Capriano del Colle ha alleggerito la situazione dal punto di vista logistico.Tecnicamente com'era?Vanessa aveva facilità di apprendimento e non le dava fastidio fare fatica. Sopportava il lavoro proposto da ogni allenatore ed è una caratteristica che ne ha marchiato la carriera. Enrico Casella chiamava «allenabilità» questa sua dote.Le vittorie sono la logica conseguenza?Sì. A livello giovanile ha vinto tutto quello che poteva. Il suo exploit è avvenuto nel 2005 ad Almeria, in Spagna, nei Giochi del Mediterraneo: in 6 gare ha colto 5 ori e un argento. Non aveva ancora 15 anni. E volete sapere una cosa?Certo...Qui nacque il soprannome di «cannibale», coniato da Casella. Quell'argento aveva fatto infuriare Vanessa, nonostante fosse stata battuta alle parallele dalla campionessa olimpica di Atene 2004. Pensate voi che caratterino.Poi arriva la consacrazione?Nel 2006: è il suo anno magico. Passa senior, vince l'Europeo a squadre con l'Italia a Volos (Grecia) e dopo tre mesi si ripete nei campionati del mondo di Aarhus, in Danimarca. Fu una sorpresa: pensavamo potesse fare bene, invece è arrivata una straordinaria vittoria.C'è un cimelio che lei custodisce gelosamente di quell'appuntamento...Sì, la bandiera tricolore. La porto sempre con me. Gliela portai e Vanessa, in barba al cerimoniale, la sfoggiò facendo il giro d'onore della pedana. Emozionante.Una gioia immensa...Già, in quell'occasione la mia esultanza finì in mondovisione. Un cameraman di una televisione brasiliana mi riprese e poi mi regalò il video. È diventato il simbolo di quella vittoria.C'è una domanda che tutti si pongono: quale sarà il futuro di Vanessa Ferrari?È una decisione importante da ponderare insieme a Enrico Casella, al club e alla federazione. Ci vogliono garanzie. In cuor mio credo che sia più facile che continui: Vanessa è innamorata di questo sport. Passate le vacanze credo che metterà nel mirino i Giochi di Parigi.Ci sono altre figure importanti per questo suo successo?Simone Caprioli, il suo compagno-manager, è tra gli artefici dei suoi ultimi successi. È un equilibratore, un tassello fondamentale nella sua vita. E un ringraziamento va anche al dottor Guido Zattoni, ortopedico di fiducia della Brixia e della Nazionale di ginnastica.. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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