Horn a carte scoperte «Sono cresciuta e valgo la medaglia»

di Alberto Giori
Stefanie Horn  nel corso di una gara: a Rio 2016 si è piazzata ottavaStefanie Horn: ha 30 anni
Stefanie Horn nel corso di una gara: a Rio 2016 si è piazzata ottavaStefanie Horn: ha 30 anni
Stefanie Horn  nel corso di una gara: a Rio 2016 si è piazzata ottavaStefanie Horn: ha 30 anni
Stefanie Horn nel corso di una gara: a Rio 2016 si è piazzata ottavaStefanie Horn: ha 30 anni

Una medaglia olimpica non è un sogno proibito per Stefanie Horn. La canoista bresciana nata in Westfalia (Germania) 30 anni fa è pronta per affrontare la gara olimpica nella specialità del K1 e giocarsi le proprie possibilità di centrare uno dei primi tre posti. Dopo aver ottenuto un argento europeo e 3 podi in coppa del mondo per Stefanie ottenere una medaglia all’Olimpiade sarebbe una prima assoluta dopo l’8° posto di Rio nel 2016: «Sono convinta di valere uno dei primi 3 posti - dice senza scaramanzia di sorta Stefanie Horn -, ci sono un paio di atlete che sulla carta partono davanti a me ma con tutte le altre posso giocarmela. Credo che più che l’aspetto fisico e atletico a fare la differenza saranno testa e forza di volontà. Da questo punto di vista sono migliorata negli ultimi anni e sono fiduciosa». Mancano davvero poche ore all’esordio della canoista bresciana che si divide tra Roncadelle, dove abita con il marito Riccardo De Gennaro (suo cognato è Giovanni De Gennaro, altro azzurro a Tokyo) e Ivrea dove si allena. Domani mattina alle ore 7.25 italiane sono in programma le batterie del K1 femminile nelle quali si potrà già capire qualcosa sui valori in campo e sulle reali possibilità di medaglia di Horn. Martedì si svolgeranno semifinali (ore 7) e finale (ore 9): «Rispetto a cinque anni fa in Brasile la situazione per me è decisamente migliore - ammette Stefanie -. Prima di tutto, a differenza di Rio, qui con me c’è il mio allenatore personale Omar Raiba, che mi sta aiutando tantissimo nella preparazione. Inoltre aver avuto 3 settimane per allenarmi sul percorso e studiarlo al meglio è una cosa fondamentale. L’unico piccolo contrattempo è quello relativo alla barca. Con quella usata quest’anno il feeling non era ottimale e perciò ho deciso di tornare a utilizzare quella dell’anno scorso». Una disciplina, la canoa slalom, nella quale le sensazioni fanno tutta la differenza del mondo e nonostante la situazione tutt’altro che ottimale, questi giorni di attesa in Giappone sono stati comunque carichi di emozione: «La cerimonia di apertura vicino alla portabandiera Jessica Rossi, con la quale ho condiviso l’appartamento a Rio nel 2016, è qualcosa di speciale. È chiaro che qui la situazione è completamente diversa rispetto al passato ma dobbiamo essere bravi a conviverci. Dobbiamo fare un tampone ogni giorno e possiamo uscire dall’hotel solo per andare ad allenarci. Ho dovuto scaricare due App per il tracciamento degli spostamenti e anche all’interno della squadra dobbiamo limitare al massimo i contatti. Sono però completamente concentrata sulla mia gara al termine della quale resterò in Giappone fino al primo agosto e potrò fare il tifo per mio cognato Giovanni De Gennaro». Due bresciani con in testa un sogno davvero stupendo: tornare a casa con la medaglia olimpica. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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