il personaggio

Il volo di Yoko Plebani: «Sogno di restare così»

di Silvia Avigo
La campionessa paralimpica di Palazzolo in copertina su Vogue Italia
Una delle foto del servizio di Vogue Italia, che Veronica Yoko Plebani ha pubblicato sul suo profilo Instagram
Una delle foto del servizio di Vogue Italia, che Veronica Yoko Plebani ha pubblicato sul suo profilo Instagram
Una delle foto del servizio di Vogue Italia, che Veronica Yoko Plebani ha pubblicato sul suo profilo Instagram
Una delle foto del servizio di Vogue Italia, che Veronica Yoko Plebani ha pubblicato sul suo profilo Instagram

Immersa nella natura come una farfalla a cui non si sono mai spezzate le ali, con l’azzurro degli occhi valorizzato dalla bellezza dei segni che il destino le ha donato. Per mostrare al mondo intero la sua metamorfosi, quella che oggi le ha permesso di volare. Dalla conquista del bronzo nel triathlon alle Paralimpiadi di Tokyo alla conquista della bellezza espressa anche come messaggio. È il volo spiccato da Veronica Yoko Plebani, protagonista della copertina dell’ultimo numero di Vogue Italia: «A 15 anni ho cambiato forma, il dolore si dimentica, il mio sogno è rimanere così», ha confessato l’atleta di Palazzolo nell’intervista di Elena Favilli pubblicata sulla rivista più prestigiosa del fashion. «Per la prima volta, il mio corpo è stato fotografato in tutta la sua complessità e non solo per i suoi aspetti non conformi. Bello raccontarlo come qualcosa che non parla solo di disabilità».

La copertina di Vogue Italia
La copertina di Vogue Italia

Nata a Gavardo nel 1996, sportiva, solare e piena d’energia, appena adolescente una meningite fulminante sembrò spezzarle quelle ali con tutti i sogni. Dopo un mese e mezzo di terapia intensiva al Civile e 3 mesi nel reparto gravi ustionati a Verona, tornò a casa su una sedia a rotelle con le falangi delle mani e le dita dei piedi amputate e cicatrici su gran parte del corpo. Ed è in questa fase che avviene la metamorfosi: il padre la porta come promesso alla maratona di New York, percorre il tragitto in carrozzina ma negli ultimi metri si alza e taglia il traguardo da sola. In lei si accende il sacro fuoco dello sport: canoa, snowboard e triathlon con il bronzo a Tokyo. Da crisalide a farfalla, seguitissima sui social Veronica Yoko Plebani è un riferimento per i giovanissimi: «Penso siano curiosi riguardo alla mia storia, mostrare il mio corpo per me è normale - spiega a Vogue -. L’ho sempre pensato come uno strumento che mi permetteva di fare cose, non come un limite. Le più straordinarie le ho fatte dopo che ha subito questa trasformazione, quindi non l’ho mai odiato».

Un passaggio della vita: questo è stata la malattia per Veronica che intende anche mostrare il lato più fragile, che a volte prevale sull’innato ottimismo e la voglia di andare sempre avanti. L’attitudine è sempre coraggiosa. Preferisce vivere e scoprire strada facendo la prossima porta che si aprirà, come aiutare altri giovani atleti con disabilità nel loro percorso. «Fare l’atleta ad alti livelli definisce l’identità: richiede un impegno quotidiano così duro che è difficile pensarsi come qualcos’altro, per quanto a me piaccia considerarmi una persona con molte sfaccettature - conclude Veronica -. La bellezza è complessità, i fiori sono diversi l’uno dall’altro ma nessuno dice mai che quelli diversi non sono adatti, non sono belli o non dovrebbero avere uno spazio nel mondo». Fu la madre a darle come secondo nome Yoko: può significare figlia del sole, figlia degli oceani e figlia delle foglie. Scelta azzeccata per una creatura in continua trasformazione che ha spiccato il volo. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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