Jacobs, decollo rimandato A Parigi è soltanto settimo

di Alessandro Gatta
Esordio stagionale da dimenticare per un Marcell Jacobs che non è ancora in condizioni accettabili
Esordio stagionale da dimenticare per un Marcell Jacobs che non è ancora in condizioni accettabili
Esordio stagionale da dimenticare per un Marcell Jacobs che non è ancora in condizioni accettabili
Esordio stagionale da dimenticare per un Marcell Jacobs che non è ancora in condizioni accettabili

«Rigido, rigido, rigido». Lo ha ripetuto tre volte Marcell Jacobs al termine della gara conclusa al penultimo posto, provando ad accennare un sorriso che tanto sorriso non era. È andata male, inutile negarlo, e non lo nega nemmeno il campione olimpico. «Una gara da buttare via, una gara del cavolo - commenta - Ho fatto un tempo che non facevo da chissà quanti anni. Ma quello che conta adesso è che sono tornato a gareggiare, sono riuscito a correre senza fastidi». A prima vista è clamoroso quello che è successo ieri sera allo stadio Charlèty di Parigi, con il senno di poi è la conseguenza della lombosciatalgia che l’ha tenuto fermo per più di due settimane. Marcell Jacobs chiude al settimo posto (su otto) il suo esordio stagionale outdoor al Meeting de Paris, quarta tappa della Wanda Diamond League. Supersfida era, supersfida lo è stata: i 100 metri li ha vinti l’americano Noah Lyles, tra i favoriti della vigilia, con il tempo di 9.97 nonostante 1 m/s di vento contrario. Dietro di lui l’instancabile keniano Ferdinand Omanyala, secondo in 9.98, alla sua ventunesima gara stagionale (per capirci: Jacobs quest’anno ne ha corse 6, considerando anche l’indoor): sono loro ad aver monopolizzato la gara più attesa. A chiudere il podio il giovanissimo Letsile Tebogo, classe 2003 dal Botswana, in 10.05: quarto il giamaicano Yohan Blake (classe 1989 e già campione olimpico e mondiale) in 10.16, quinto l’americano Ronnie Baker (10.17), sesto il ghanese Benjamin Azamati (10.20), settimo il nostro Marcell (10.21), ottavo e ultimo il francese Mouhamadou Fall (10.22). A dieci mesi dall’ultima gara all’aperto – medaglia d’oro in 9.95 agli Europei di Monaco di Baviera – per Jacobs un debutto da dimenticare. «Devo ammettere che la prima parte della mia corsa non mi è dispiaciuta – ha dichiarato ai microfoni di RaiSport – poi ho sentito le gambe non di legno, ma di cemento. Nelle ultime tre settimane praticamente non ho lavorato, e questo si vede. Però sto correndo, questo è importante, era quello che volevamo». Chi se ne intende lo ha visto rigido, incerto, sul volto una smorfia forse di dolore.«Nessun dolore – continua Jacobs –: ho fatto quella smorfia perché mi sono accorto che mi stavano sorpassando tutti. Ero rigido, troppo rigido: sicuramente l’effetto di tre settimane senza poter lavorare. Sono dispiaciuto, soprattutto per il tempo: prima dei problemi che sapete stavo veramente bene». Il prossimo appuntamento, salvo imprevisti, saranno gli Europei a squadre in Polonia, il 24 e il 25 giugno. «Sono fiducioso – conclude lo sprinter gardesano – perché ho corso senza alcun fastidio. Ora testa e gambe alle due settimane che mi separano dalla prossima gara, per ritrovare la forma». Tra un anno e poco più, nello stesso stadio parigino, si correrà l’Olimpiade. «Sicuramente nel 2024 non arriverò qui come sono arrivato stasera», assicura. Il leone del Garda non si è ancora stancato di ruggire.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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