Jacobs è già nella storia: ora «vede» mostri sacri come Borzov e Christie

di Alessandro Gatta
L’uomo dei record può esultare  dopo l’ennesima vittoria da incorniciare della sua carriera, il titolo europeo conquistato in  GermaniaIl tricolore come un mantellino da supereroe per Jacobs
L’uomo dei record può esultare dopo l’ennesima vittoria da incorniciare della sua carriera, il titolo europeo conquistato in GermaniaIl tricolore come un mantellino da supereroe per Jacobs
L’uomo dei record può esultare  dopo l’ennesima vittoria da incorniciare della sua carriera, il titolo europeo conquistato in  GermaniaIl tricolore come un mantellino da supereroe per Jacobs
L’uomo dei record può esultare dopo l’ennesima vittoria da incorniciare della sua carriera, il titolo europeo conquistato in GermaniaIl tricolore come un mantellino da supereroe per Jacobs

Chiamatelo come volete, i soprannomi si sprecano: la freccia azzurra, la freccia del Garda, il figlio bresciano del vento. Ma uno li batte tutti: l'uomo dei record. Parliamo, ovviamente, di Marcell Jacobs: fresco campione europeo dei 100 e già pronto a tornare in pista domani (dalle 10) per le batterie della staffetta 4x100. Incollati al televisore, alla pista del Tre Stelle di Desenzano, al campo Rolly di Manerba (dove c’erano più di 2mila persone): tantissimi i bresciani che hanno tifato per lui la sera della finalissima di Monaco, vinta in 9“95 (miglior prestazione stagionale) davanti ai britannici Zharnel Hughes (9“99) e Jeremiah Azu (10“13). L’uomo dei record, dicevamo: con 9“95 ha eguagliato il primato dei campionati, a firma proprio di Hughes nel 2018 a Berlino. Detiene inoltre il record continentale dei 100 (9“80 alla finale dorata di Tokyo 2020) e dei 60 indoor (6“41 nel marzo scorso ai Mondiali di Belgrado, altro oro). Jacobs è il 2° italiano (e il primo bresciano) campione europeo dei 100 dopo Pietro Mennea a Praga 1978, il 1° azzurro in finale dei 100 dopo 40 anni: l’ultimo era stato Pierfrancesco Pavoni ad Atene 1982. In ultimo, è il 3° velocista di sempre a vincere sia le Olimpiadi che gli Europei, ma il 1° ad aver vinto anche i Mondiali indoor. Se la gioca con 2 mostri sacri come il sovietico Valery Borzov e il britannico Linford Christie. Borzov, tra il 1971 e il 1974, vinse Europei indoor, Olimpiadi ed Europei all’aperto: Christie, tra il 1992 e il 1994, Giochi, Mondiali ed Europei. Jacobs può fare meglio di entrambi, ci vediamo a Budapest il prossimo anno per un nuovo capitolo del Mondiale outdoor: tra il 2021 e il 2022 ha vinto gli Europei indoor, le Olimpiadi, i Mondiali indoor e ora gli Europei. Altro primato invidiabile nel 2022: quando Jacobs corre, vince (quasi) sempre. Ma vittorie per ko, come i migliori pugili: quest’anno ha corso 14 gare indoor vincendone 13, ne ha mancata solo una, per falsa partenza, al meeting di Belgrado che anticipava i Mondiali (vinti davanti agli americani, sempre nella capitale della Serbia) e nel mezzo il titolo tricolore. Sono 5 le gare corse nella stagione outdoor, con 4 vittorie: nel portfolio un solo 2° posto alle batterie dei Mondiali di Eugene (a cui poi ha dovuto rinunciare per infortunio), poi trionfi ai campionati italiani ed europei. Non senza brividi: dopo il 10“00 della semifinale, con brusca frenata all’arrivo, Jacobs è sceso in pista con un vistoso taping al polpaccio sinistro, per una contrattura. È andata bene lo stesso, anzi benissimo: «Ma la stagione sta per finire ed è il momento di una riflessione - le parole del gardesano, 27 anni -: su 3 gare importanti abbiamo portato a casa 2 ori su 3, anche se l'obiettivo era fare il pieno». Mai accontentarsi: «Quando mi sono reso conto di non poter correre la semifinale dei Mondiali, gli obiettivi si sono spostati su Monaco: fondamentale arrivare qui e vincere. Dovevo dimostrarlo a me stesso e agli altri. Ho corso meglio in semifinale, più rilassato: dopo il 10“00 raggiunto in quel modo mi aspettavo di scendere sotto il 9“90 in finale. Non è stato così, ma l’importante era vincere. Ora la staffetta: ci presentiamo da campioni olimpici». Con lui i ragazzi d’oro di Tokyo: Filippo Tortu, Fausto Desalu e Lorenzo Patta. Daje Marcell! •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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