La rinascita di Bovegno «Questo è il torneo numero 1 di sempre»

di Vincenzo Corbetta
L’ultima edizione del 2019: da sinistra il sindaco di Bovegno Manolo Rossini, il finalista Nicola Ghedin e il vincitore bresciano Marco PedriniLa coppa  Della Torre
L’ultima edizione del 2019: da sinistra il sindaco di Bovegno Manolo Rossini, il finalista Nicola Ghedin e il vincitore bresciano Marco PedriniLa coppa Della Torre
L’ultima edizione del 2019: da sinistra il sindaco di Bovegno Manolo Rossini, il finalista Nicola Ghedin e il vincitore bresciano Marco PedriniLa coppa  Della Torre
L’ultima edizione del 2019: da sinistra il sindaco di Bovegno Manolo Rossini, il finalista Nicola Ghedin e il vincitore bresciano Marco PedriniLa coppa Della Torre

Tecnica, ma soprattutto sentimento. E l’albo d’oro non fissa solo momenti del passato, ma è una spinta per garantire il futuro al torneo bresciano per eccellenza, la «Coppa Ernesto e Carlo Della Torre». L’edizione che si svolgerà dal 12 al 15 agosto (giudice arbitro Paolo Fedele), presentata ieri mattina al Tc Pineta, è una ripartenza. Bovegno, per fortuna, non è stata particolarmente toccata dal Covid-19 («E per questo ringraziamo la nostra Madre Maria, che ci protegge sempre», le parole di don Luciano Vitton Mea nel dare la benedizione) ma nel 2020 il torneo è saltato. Quest’anno torna assumendo la denominazione Comune di Bovegno: «Orgogliosi di una manifestazione così», dice il sindaco Manolo Rossini. Ecco Emidio Rossi: «Con Bovegno si parla di emozioni, di sentimenti - dice il maestro, qui finalista nella prima edizione del ’66 e trionfatore l’anno dopo -. A Bovegno un tempo, a ferragosto, si radunavano i tennisti che partecipavano ai campionati provinciali. Sugli spalti si creavano le fazioni». E da qui, dal bello dello sport che è anche dividersi, parteggiare (civilmente) per l’uno o per l’altro, è nata l’idea di un torneo a inviti perché il Coronavirus fa ancora paura. Bisogna adattarsi, non arrendersi. Da una parte un tabellone di 8 giocatori bresciani, dall’altra 8 del resto d’Italia. I vincitori dei rispettivi gruppi si sfideranno in finale il giorno di ferragosto. Tra i bresciani ci sono Andrea Melisi (2.3. Gavardo); Enrico Berta e Lorenzo Corioni (Guidizzolo, Mantova), Pietro Mugelli (Desenzano), Andrea Uberti (Desenzano) e Alessio Savoldi dell’Accademia Vavassori di Palazzolo (tutti 2.4); Luca Cominassi (Pro Tennis School) e Roberto Marelli del Guidizzolo (2.6); nel resto d’Italia i veneti Marco Speronello e Nicola Ghedin, i giocatori di classifica più alta (2.1); il veronese Lorenzo Bresciani e l’orobico Filiberto Fumagalli (2.3); il mantovano Daniele Pasini, il trevigiano Mattia Ghedin, i trentini Stefano D’Agostino e Matteo Marfia (2.4). Oltre a Rossi, a Bovegno tra i vincitori del passato c’è Alessandro Serana, re dell’edizione ’86: «Nel 3° turno sconfissi Binaghi, l’attuale presidente della Federtennis. Che, tempo fa, a Rossi ha ricordato una sua vittoria su di me per 6-2, 6-3 ai campionati italiani. Ma si è dimenticato che qui gli rifilai un doppio 6-1: Bovegno è il torneo numero uno». Il direttore tecnico Pier Franco Tanghetti ricorda gli atleti e le atlete di valore passati sui campi del Tc Pineta: come l’azzurro di Davis Corrado Aprili, vincitore nel 1991 e nell’86 numero 108 al mondo: «Abbiamo sempre creduto in questo progetto, dovevamo trovare una formula per dargli continuità». Appassionato l’excursus del responsabile del comitato organizzatore Corrado Della Torre, figlio e nipote di Carlo ed Ernesto Della Torre: 85 anni dalla fondazione del centro e 55 del torneo, sostenuto tra gli altri da Cassa Padana e Centrale del latte. Ora tocca ai giocatori: Brescia contro il resto d’Italia. Tecnica sì, ma Bovegno è soprattutto sentimento. Per il tennis e non solo. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti