AL QUIRINALE

Mattarella: «Marcell e Vanessa, che emozione»

Il presidente, nel suo discorso, cita il doppio oro di Jacobs e l'argento di Ferrari «Avete raggiunto traguardi di grandissimo prestigio: siete stati un simbolo per l'Italia»
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella premia la staffetta 4x100 che a Tokyo ha vinto l'oro
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella premia la staffetta 4x100 che a Tokyo ha vinto l'oro
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella premia la staffetta 4x100 che a Tokyo ha vinto l'oro
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella premia la staffetta 4x100 che a Tokyo ha vinto l'oro

Esserci è già un privilegio non da poco. Ma esserci «così», con quel livello di protagonismo, con l'occhio di bue della gloria che si posa su di te e il presidente della Repubblica che pronuncia il tuo nome non uno ma tre volte, mamma mia. Da brividi. È emozionante viverla da qui, davanti alla tv, figurarsi essere lì, nel cuore dei giardini del Quirinale in mezzo a tutti gli altri campioni. Emoziona soprattutto constatare quanta Brescia ci sia in quest'Italia olimpica e paralimpica. E quante medaglie bresciane, soprattutto.

Nei giorni in cui tutti parlano del fenomeno «Casa di Carta», ecco un manipolo di eroi che nelle stanze del potere ci è entrato non per rubare l'oro dello Stato ma per condividerlo con gli italiani. Per aggiungere nuovi metalli preziosi alle collezioni, già inestimabili, del passato. Al Quirinale c'era l'oro, doppio, di Marcell Jacobs, chiaro. Ma anche l'argento di Vanessa Ferrari e i bronzi di Veronica Yoko Plebani e Federico Bicelli. C'erano Desenzano, Orzinuovi, Palazzolo e Borgosatollo. A dimostrazione che la brescianità è un valore diffuso a macchia d'olio.Nel discorso del presidente Mattarella, cui ha fatto seguito la consegna della Medaglia d'Argento della Repubblica, Brescia ha avuto un ruolo centrale, come a voler rivendicare un primato tra i primatisti.:«Tre giorni fa, alla cerimonia d'apertura dell'anno scolastico, ho ricordato la vittoria di Jacobs nei 100 metri - ha detto Mattarella sorridendo al campionissimo desenzanese -. Oggi ho ricevuto il testimone della staffetta 4x100. Patta, Jacobs, Desalu, Tortu, in rigoroso ordine di partenza di quella gara: bravissimi, avete emozionato tanti italiani. Così come hanno emozionato l'argento di Vanessa Ferrari e le medaglie di tutti gli altri campioni. Mai il nostro Paese aveva ottenuto così tanto. Avete raggiunto traguardi sportivi di grandissimo prestigio e avete emozionato gli italiani. Siete stati un grande simbolo». E il simbolo tra i simboli, ça va sans dire, è stato Marcell Jacobs: «Onorato di essere tornato dove eravamo stati 2 mesi fa - ha detto l'uomo più veloce del mondo -. Sono orgoglioso delle 2 medaglie d'oro vinte e di aver riconsegnato al presidente una bandiera che abbiamo portato in alto più e più volte. Il 2021 resterà un anno perfetto, da incorniciare. E da replicare».E Vanessa Ferrari: «Una grande emozione, quasi come fosse la prima volta perché per ben 2 volte ho partecipato alla riconsegna della bandiera ma senza la medaglia, ammessa come quarta. Stavolta invece portare a Roma la medaglia tra le mie mani è stato bellissimo».Quella tra Brescia, le Olimpiadi e le serate di gala al Quirinale - terminata a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Draghi - è una storia che continua e promette nuovi capitoli in futuro. Quanto al passato, un bresciano non metteva piede al Quirinale, allora al cospetto di Giorgio Napolitano, dal 2012, dall'oro a squadre di Andrea Cassarà ai Giochi di Londra. Prima ancora era ancora il fiorettista di Passirano a passeggiare nel giardino del presidente (Ciampi, in quell'occasione) dopo l'oro a squadre e il bronzo nell'individuale di Atene.

La stessa emozione di Ezio Gamba, oro nel judo a Mosca, ricevuto al Quirinale l'11 settembre del 1980 da Sandro Pertini, uno che dai trionfi sportivi italiani ha ricevuto parte del materiale per l'immortalità del suo ricordo. E ancora, il 27 settembre 1972 il presidente Giovanni Leone aveva accolto e onorato Graziano Mancinelli, cavaliere medagliato a Monaco, mentre il primo olimpionico bresciano al Quirinale del dopoguerra era stato il ciclista Pierfrancesco Vianelli, ricevuto da Giuseppe Saragat il 22 gennaio 1969 dopo l'oro e il bronzo a Città del Messico 1968. Non c'erano presidenti ma un re d'Italia, Vittorio Emanuele III, nel '12, '20, '24 e '36 quando i bresciani erano Giovanni e Lorenzo Mangiante, Umberto Zanolini e Giorgio Zampori, Antonio Allocchio e Ugo Locatelli. Campioni d'epoca che hanno indicato la strada a chi oggi riceve l'inchino del presidente Mattarella e a chi, bambino, sogna di essere come loro. . © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti