Da Soprazocco alla corsa rosa con gli occhi del mondo fissi sulla sua immagine: Filippo Tagliani è stato il primo corridore ad affrontare la cronometro individuale che ha aperto le ostilità del Giro d’Italia numero 104 a Torino. Da una località che conta meno di 3.000 persone ad un palcoscenico di migliaia di spettatori e milioni di telespettatori. Un passo da gigante per coronare un sogno cullato fin da quando ha iniziato a correre con l’Uc Soprazocco prima di approdare a Aspiratori Otelli, Named, Delio Gallina, Casillo Maserati e Zalf Fior. Un debutto in un Grande Giro con la maglia dell’Androni Sidermec di patron Gianni Savio davanti alla platea planetaria: roba da fare accapponare la pelle. «Non solo – dice Tagliani -. Quando sono arrivato in zona partenza il pubblico ha cominciato ad applaudire e pronunciare il mio nome. Una cosa incredibile che mi ha messo addosso tanta pressione». Solo quella? «No. Pensavo di essere al centro dell’attenzione perché partire per primo al Giro d’Italia è davvero tanta roba. Ma quando sono salito sulla pedana le gambe hanno cominciato a tremare. Non so cosa ho fatto nei preliminari: avevo gli occhi fissi al cielo e per poco non ho pianto. Ricorderò per sempre questi momenti». Quei pochi minuti trascorsi sulla pedana sono stati lunghi praticamente come la sua carriera. «Ho rivissuto i momenti più importanti e in cuor mio ho ringraziato la famiglia insieme a Brioni, Pozzani, Gallina, Savio, che mi hanno permesso di fare l’attività ciclistica a tutti i livelli, senza chiedere nulla in cambio. Dedico a loro questo evento destinato a rimanere nella storia del ciclismo mondiale. Grazie a tutti». Il modo migliore per farlo è quello di andare a caccia di un bel piazzamento nelle corse in linea. «Certamente. Intanto cercherò di entrare anche nella prima fuga del Giro d’Italia. Sarà il mio ruolo costante in corsa». E magari tra una fuga e l’altra proverà a centrare anche un piazzamento di prestigio come è riuscito a Damiano Cima nel 2019. «Magari. Voglio rimanere con i piedi per terra e pensare a svolgere il mio lavoro nel miglior modo possibile. Il ciclismo mi ha dato tanto e anch’io voglio dare molto a questo fantastico sport». Anche il suo patron Gianni Savio è raggiante: «Ho dato fiducia a Filippo perché ha sempre eseguito gli ordini impartiti e nella recente corsa bosniaca è stato tra i più bravi». Dello stesso tenore la dichiarazione di Gianni Pozzani: «Filippo avrebbe meritato di passare professionista prima. Comunque c’è riuscito e per Soprazocco questo sarà un Giro d’Italia molto speciale». Filippo Tagliani, velocista, neo-professionista, partito per primo alle 14, ha chiuso la sua gara al 182esimo posto a 1’34” dal vincitore Filippo Ganna, anch’egli ex corridore dell’Aspiratori Otelli.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA