Bper a Brescia
con gli stessi
valori di Ubi

di MANUEL VENTURI

Bper è pronta a «sostituire» Ubi Banca. «Stessa origine, stessi valori, stessa attenzione per imprese e clientela. Non chiuderemo nemmeno uno sportello acquisito e valorizzeremo tutti i dipendenti che entreranno nel perimetro, risorsa fondamentale per il nostro sviluppo in aree in cui siamo poco presenti»: a rimarcarlo è l'amministratore delegato del gruppo emiliano, Alessandro Vandelli.

IN UNA CONFERENCE call ha parlato dello «sbarco» di Bper in Lombardia e in provincia di Brescia, uno dei territori di punta per la banca presieduta da Pietro Ferrari. Nel Bresciano, tra sportelli (75; considerate anche alcune strutture storiche, come in corso Martiri della Libertà e in piazza Paolo VI) e punti operativi (18), cambieranno insegna 93 filiali ora Ubi - nell'ambito dell'operazione collegata all'Opas di Intesa sull'ex popolare -, che porteranno la presenza di Bper a circa 100 unità. Anche per questo, «oltre alla Direzione regionale di Milano, in Lombardia avremo direzioni territoriali, Brescia, Bergamo e Varese - ha precisato Vandelli -. Il livello di autonomia sarà molto elevato». Riguardo la filosofia che guiderà Bper a Brescia e in Lombardia, Vandelli ha rimarcato che «l'azione sarà improntata alla nostra matrice popolare, che ci rende simili a Ubi. Le due banche che sono al vertice in Italia per peso dei crediti sul totale attivi». Quindi ha rimarcato la volontà di essere vicino ad aziende e famiglie. «La banca si è sviluppata con le imprese - ha detto Vandelli -, se non fossimo stati in grado di fornire supporto per l'internazionalizzazione e servizi evoluti non avremmo conseguito risultati». Dai numeri emerge un totale attivo che, negli ultimi anni e grazie a operazioni come quella con Intesa, passerà da 60 a 120 miliardi di euro, con un progresso costante «anche delle attività di corporate finance», sempre con «l'attenzione e il contatto diretto con le persone». In quest'ottica va letta la scelta di inserire nella squadra di Bper per la Lombardia due figure «storiche» di Ubi, Stefano Vittorio Kuhn (già alla guida della Mat Brescia Nord Est di Ubi) e Luca Gotti (per Bergamo), «dei quali abbiamo avuto modo di apprezzare la qualità e la fortissima conoscenza dei territori - ha aggiunto -. Abbiamo rilevato le filiali che volevamo e non abbiamo intenzione di dare il via a operazioni immobiliari sul patrimonio che sarà di nostra proprietà».

L'ACQUISIZIONE del ramo d'azienda da Ca' de Sass - in totale 620 strutture (308 in Lombardia); oltre 5.100 gli addetti interessati, di cui più di 600 in provincia - non è ancora stata formalizzata: lo sarà a inizio 2021. «Poi serviranno da tre a sei mesi per l'integrazione degli sportelli, quindi potremo presentare il piano industriale verso la fine del prossimo anno». Un business plan che, ha chiarito Vandelli, «sarà in ottica stand-alone», anche se le voci di un possibile matrimonio con Banco Bpm si inseguono. «Il lavoro sulle filiali interesserà tutte le strutture della banca e in questa fase sarà impossibile aprire altre aree di attività», ha concluso Vandelli ricordando che Bper «avrà 360 punti operativi in Lombardia e una quota di mercato vicina all'8%. Lavoreremo per il ritorno alla normalità di zone fortemente interessate dall'emergenza sanitaria: ai clienti dico che abbiamo la stessa origine di Ubi, condividiamo lo spirito e metteremo sempre al centro le persone, per essere vicini oltre le attese». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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