BRESCIA

Condannata la
Germania per
i militari deportati

Il Tribunale civile di Brescia, prima sezione, ha condannato la Repubblica federale tedesca a risarcire un gruppo di 33 ex militari italiani deportati nei lager della Germania nazista dopo l’8 settembre 1943, tutti mantovani, con una cifra che varia da 40 mila a 30 mila euro ciascuno. Il giudice ha anche condannato la Repubblica italiana in solido con quella tedesca a pagare oltre 140 mila euro di spese legali. Lo ha annunciato oggi l’avvocato Giulio Arria di Mantova che con il collega Joachim Lau di Firenze, ha seguito la causa per conto degli ’ex schiavi di Hitler’ che andava avanti dalla fine del 2007. La sentenza è stata depositata il 9 luglio scorso. «Il tribunale di Brescia - ha spiegato il legale - ha riconosciuto che lo Stato che commette crimini di guerra o contro l’umanità come sono quelli di cui sono stati vittime gli ex Imi, Internati militari italiani, non gode di alcuna immunità. Non c’è, dunque, prescrizione». La Germania non si era costituita in giudizio perchè non riconosceva la giurisdizione dei tribunali italiani su questa materia, «lo ha fatto però lo Stato italiano - dice Arria - e sostenendo le tesi tedesche, come il fatto che non c’erano prove che i nostri assistiti fossero stati deportati nei lager e avesse lavorato come schiavi. Eppure, noi abbiamo portato le prove. Veramente imbarazzante. Nessun governo italiano che si è succeduto fino ad ora dal 2007 ci ha aiutato». La sentenza è immediatamente esecutiva, anche se le parti potrebbero fare appello: «La Germania non si è costituita in giudizio e quindi credo che per principio non lo farà - dice Arria -. L’Italia spero che non vada contro i suoi ex soldati. A questo punto, cercheremo di pignorare dei beni dello Stato tedesco che non abbiano fini istituzionali, ma sarà difficile individuarli›. Sempre al tribunale civile di Brescia pende la causa di altri ex 48 ex Imi mantovani, curata sempre da Arria a Lau, la cui sentenza viene ritenuta imminente.

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