IL PROTOCOLLO

Covid e anticorpi
Avis in campo:
test ai donatori

Tipizzare i donatori e raccogliere plasma iperimmune. Anche Avis Lombardia e la Struttura regionale di coordinamento Areu guardano con interesse alla terapia basata sul plasma per curare Covid-19 e annunciano l’avvio del protocollo per la ricerca degli anticorpi Sars-CoV-2. Un’ulteriore sfida del Sistema sangue Lombardia - si legge in una nota - che già conta diversi studi a partire dalla sperimentazione avviata dal Policlinico San Matteo di Pavia e Asst di Lodi, cui si aggiungono le iniziative di Mantova e due studi sviluppati al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Nei giorni scorsi anche il presidente nazionale dI Avis,   il bresciano Gianpietro Briola, aveva sottolineato come l'approccio medico abbia dimostrato che il plasma contiene elementi che funzionano contro il virus e lo neutralizzano, sostenendo però la necessità di test in grado di rilevare e dosare questi specifici anticorpi. Ora il programma coordinato su tutta la rete trasfusionale regionale consentirà di sottoporre ai test sierologici oltre 276 mila persone.
Il test verrà effettuato in occasione di un accesso già programmato per una donazione presso la sede di raccolta, a partire probabilmente già dai prossimi giorni. «Abbiamo ricevuto centinaia di telefonate nei giorni scorsi sull'onda della notizia dei pazienti trattati con plasma iperimmune a Mantova e Pavia - spiega il presidente provinciale Gabriele Pagliarini - ma vorrei fosse chiaro che quello era un progetto di ricerca scientifica e non un protocollo regionale certificato. Capisco l’entusiasmo delle persone, ed è incredibile la loro sensibilità, ma è necessario comprendano che in quelle città c’è stata l’autorizzazione di un Comitato etico locale che si è preso la responsabilità di provare la terapia sui pazienti». La ricerca degli anticorpi è un primo step fondamentale e Pagliarini  non nasconde la felicità per il progetto sulla tipizzazione dei donatori: «È importante avere regole condivise per tutelare tutti, donatori e chi riceve il nostro sangue». Agli iscritti che si presenteranno nelle sedi Avis sarà chiesto il consenso a prelevare una provetta in più di sangue che sarà inviato al centro trasfusionale di riferimento per il test sierologico e la ricerca di anticorpi idonei.
Il plasma immune raccolto tramite aferesi verrà inviato all’industria che lo lavora per estrarre Immunoglobuline specifiche anti-Sars-CoV-2 che potranno così essere messe a disposizione come farmaco. Al donatore che risulterà portatore ad alto titolo di anticorpi specifici verrà chiesto di donare periodicamente plasma, ricontrollando nel tempo la concentrazione degli anticorpi stessi. «Dire che è una cura del popolo per il popolo che non costa è corretto: il donatore è anonimo, volontario e non retribuito. Inoltre Avis è attrezzata per la raccolta di plasma. Però è ovvio che la ricerca di un anticorpo specifico deve avvenire tramite test autorizzato. Il protocollo regionale servirà proprio a definire le procedure» conclude Pagliarini.

Paola Buizza

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