ESTERI

Esplosione Beirut
Caritas lancia
piano di emergenza

Il porto di Beirut distrutto dall' esplosione (EPA/NABIL MOUNZER)
Il porto di Beirut distrutto dall' esplosione (EPA/NABIL MOUNZER)
Il porto di Beirut distrutto dall' esplosione (EPA/NABIL MOUNZER)
Il porto di Beirut distrutto dall' esplosione (EPA/NABIL MOUNZER)

(ANSA) - ROMA, 05 AGO - Caritas Internationalis esprime la
propria solidarietà e vicinanza alla Chiesa e al popolo libanesi
e a Caritas libanese, dopo le devastanti esplosioni che nel
pomeriggio di ieri hanno colpito Beirut uccidendo almeno 78
persone e ferendone quasi 4.000. Lo afferma un comunicato. «È
una situazione terribile e disastrosa e oggi ci troviamo nella
confusione più totale», riferisce a Caritas Internationalis Rita
Rhayem, direttore di Caritas Libano, il cui staff si è
immediatamente attivato per soccorrere le persone colpite
dall’esplosione. La confederazione Caritas sta inoltre lanciando
un piano di emergenza coordinato dal segretariato generale di
Caritas Internationalis per assistere immediatamente le vittime.
«La situazione è critica - sottolinea tuttavia Rita Rhayem - e
questa è la prima volta che affrontiamo un’emergenza di tale
portata. La situazione è apocalittica, ma noi non ci fermiamo e
andiamo avanti per aiutare tutte le persone in difficoltà». «Vi
sono molti morti e molti feriti, e da un punto di vista
sanitario il quadro probabilmente peggiorerà rapidamente a causa
degli effetti dei gas tossici. Caritas Libano si sta preparando
a questa eventualità, ma i nostri centri sanitari non hanno
mezzi per affrontare una simile evenienza e le operazioni di
salvataggio sono rese ancora più difficili dalla mancanza di
elettricità». Anche il quartier generale di Caritas Libano è
stato gravemente danneggiato dall’esplosione.
Provvidenzialmente, fa sapere la nota, l’ufficio aveva chiuso
poco prima dell’esplosione e quindi nessuno tra lo staff è
rimasto ferito.«Dalle 18:00 di ieri, il Paese si è fermato e
stiamo vivendo un incubo - afferma il presidente di Caritas
Libano, padre Michel Abboud - Non abbiamo nulla per aiutare la
popolazione. Beirut è devastata e siamo totalmente sopraffatti
dalla portata degli eventi». «I nostri volontari si sono
mobilitati immediatamente per individuare ed assistere i feriti,
che vengono ricevuti nei nostri centri di assistenza primaria
purtroppo già sopraffatti ed incredibilmente affollati, così
come gli ospedali. Manca qualsiasi cosa, compreso il cibo per
sostenere la popolazione colpita», aggiunge Rita Rhayem.Aloysius
John, segretario generale della Caritas Internationalis, esorta
«la comunità internazionale ad intervenire con urgenza e
incondizionatamente al fine di aiutare la popolazione. Devono
essere sostenuti gli sforzi delle organizzazioni della società
civile di ispirazione religiosa, in particolare Caritas Libano
che è presente in tutto il Paese per rispondere ai bisogni della
popolazione, specialmente in questo periodo di grave sofferenza
per il popolo libanese». «Non dobbiamo inoltre dimenticare -
conclude - quanto gli effetti delle sanzioni economiche e delle
violenze abbiano indebolito questo Paese e stiano pesando molto
sul Libano, che deve oggi fronteggiare anche una grave crisi
alimentare - aggiunge John - È essenziale che la comunità
internazionale agisca con decisione per alleviare le sofferenze
dei libanesi, rimuovendo immediatamente le sanzion economiche».

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