«La cattiva novella» ChersiLibri celebra i suoi primi 40 anni
Nel 2020 a Brescia le edizioni ChersiLibri festeggiano i loro primi 40 anni di vita con la pubblicazione di un agile volumetto che contiene enzimi salutari per un pensiero libero da qualsivoglia pregiudizio. Si tratta dell’opera teatrale «La cattiva novella» dello scrittore tedesco Carl Einstein (1885-1940), teorico e critico d’arte di origine ebraica, che studiò in particolare il cubismo e le maschere africane. Einstein partecipò da anarchico alla rivoluzione spartachista di Berlino. A SEGUITO dello scandalo e della condanna per blasfemia per questo suo libro (fu costretto a pagare una multa di 15 mila marchi, con sequestro e distruzione di tutte le copie in commercio, dopo un processo che fece epoca nella Repubblica di Weimar), nel 1928 si trasferì a Parigi, dove frequentò i circoli letterari e artistici. Fondò e diresse la rivista «Documents», a cui collaborarono Georges Bataille e Michel Leiris. Nel 1936 si arruolò in Spagna nella Colonna Durruti per combattere il fascismo. Rientrato in Francia dopo la sconfitta, venne arrestato e nel luglio 1940 morì suicida, «per sfuggire alla persecuzione nazista», come recita la sua lapide. Articolato in venti scene che spaziano dall’epoca dell’occupazione romana della Palestina sino al Novecento, il dramma rappresenta il calvario morale e fisico di Gesù, una persona quasi ignara e restia al sacrificio e la cui resurrezione è incerta. Di tanto in tanto affiora l’ebraismo dell’autore che assume aspetti di critica all’ortodossia: Cristo viene rappresentato come uno «scriba» secondo lo spirito della Torah, che si schiera sempre contro l’ingiustizia sociale. A DOMINARE la scena sono gli effetti grotteschi, con un protagonista molto umano e assai poco divino, che cerca invano di difendersi dai suoi discepoli (da Paolo soprattutto, l’inflessibile ideologo) e rimane solo, mentre attorno a lui domina il sistema economico, che finirà per trasformare anche la crocifissione in uno spettacolo, con evidenti intenti parodistici dell’alienazione dell’arte nel mondo capitalistico. • © RIPRODUZIONE RISERVATA
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