Il solito Van Morrison: inimitabile classe
Uno di quei dischi che si corre quasi il rischio di dar per scontati. Perché di fronte a certi decani intramontabili è in fondo legittimo cedere ad una certa stanchezza, al peso di discografie monumentali per le quali non si riesce più a percepire la reale necessità di ulteriori aggiunte. Così, di fronte al 41° album del mito Van Morrison, l'indifferenza potrebbe prendere il sopravvento. Anche perché negli ultimi tempi l'irascibile musicista irlandese ci ha dato dentro, pubblicando la bellezza di 6 dischi nel giro di 4 anni, noncurante dei possibili rischi da sovraesposizione e inflazionamento. L'idea che in fondo non ci sia alcun bisogno di ascoltare il nuovo lavoro di un artista che ha già alle spalle un corpus di mirabolanti pietre miliari è in agguato. Poi metti su «One chord and the truth» e ti ritrovi avvolto in un'atmosfera calda e sanguigna, da vecchio pub dublinese, tra ampie dosi di soul, blues e jazz, canzoni vecchio stile, enormi pinte di birra e l'impressione che certe cose, fortunatamente, non cambiano davvero mai. (Exile)
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