Brescia,
cinque reti
e due certezze


Si dice che quando segnano Donnarumma e Torregrossa va tutto bene. Si riesce persino a chiudere un occhio sugli acquisti mancanti e sul tempo che scorre inesorabile verso una Serie A ancora piena di incognite. La coppia gol del Brescia, benché appesantita dai carichi di lavoro e dal calore, fa quel che deve e questa è una buona notizia. Anzi, una non notizia dato che segnare è quel che hanno sempre fatto. Al momento bastano loro, con il contributo di Viviani e Sabelli, per superare il Darfo nel secondo test stagionale. Se sia stato un test utile o meno è difficile dirlo. Di certo ha aiutato a riprendere confidenza con le distanze e con il ritmo. Quel che è mancato - ma potrebbe essere anche un fatto calcolato - è un avversario vero e proprio. Di fronte c’era un non-Darfo, una squadra che dopo la retrocessione dalla D è stata ribaltata, infarcita di comparse e, soprattutto, non ha ancora fatto un giorno d’allenamento. Per amichevoli più allenanti, comunque, ci sarà tempo. Dopo aver lavorato duramente sul piano atletico, tecnico e tattico c’era bisogno di verificare che i concetti di gioco fossero stati trasmessi. Così è stato.
LA CRONACA è scarna, inutile dilungarsi al venti di luglio. Il Brescia del primo tempo è la stessa squadra della B con Joronen tra i pali e Mangraviti al centro della difesa. Solita fisionomia e stessi identici principi di gioco, ma le gambe sono pesanti. Non stupisce che Donnarumma sbagli tre volte davanti al portiere prima di segnare il suo gol di giornata. Né che Stefano Tignonsini, ultima stagione a Lecco in Serie D, riesca a recuperargli cinque metri in campo aperto per chiudere efficacemente la traiettoria di sparo. Spalek agisce tra le linee cercando spesso Torregrossa, di gran lunga il più efficace. Che le gambe del Brescia siano pesanti è comprensibile e non è oggetto di dibattito. A maggior ragione dopo una frazione che si chiude comunque con cinque reti, tutte segnate negli ultimi dieci metri di campo: Torregrossa di testa e di piede, Viviani con una rasoiata, Donnarumma sotto porta su invito di Spalek e Sabelli in diagonale da destra. La lista delle occasioni invece è ricchissima. Ci entrano anche un palo e un fuorigioco di Donnarumma, un retropassaggio che costringe Joronen a spedire in angolo, tre belle parate del portiere di casa e persino un gol di Pedersoli, numero sette camuno. Responsabilità? A volerle cercare sarebbero di Cistana, ma sono finezze che a luglio è meglio evitare. Il Brescia prosegue il suo percorso di crescita. Per indicazioni più durature è meglio ripassare nei prossimi giorni.
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