ITALIA

Il testimone: «Le ragazze
"cavalcavano" Berlusconi
in una stanza buia ad Arcore»

Ad Arcore in «una stanza buia a turno le ragazze "cavalcavano" il presidente». Così Francesco Chiesa Soprani, agente dello spettacolo, ha raccontato in aula nel processo milanese «Ruby ter» le confidenze soprattutto di Barbara Guerra, ma anche di altre «olgettine» sui rapporti sessuali tra Silvio Berlusconi e le giovani, spiegando anche che queste ultime, aveva saputo, venivano «remunerate per mentire nei processi». Seconda la testimonianza di Chiesa Soprani, anche Ruby gli disse che aveva avuto rapporti con l’allora premier. Sul banco dei testi, infatti, nel processo a carico di Berlusconi e di altri 28 imputati, è salito Chiesa Soprani, già sentito nelle indagini e più volte intervistato sulla vicenda delle cene ad Arcore, anche perché fu l’agente di alcune delle ragazze ospiti a villa San Martino e ha conosciuto nel suo lavoro anche Lele Mora, Emilio Fede e Fabrizio Corona. Guerra, ha raccontato il testimone rispondendo alle domande del pm Luca Gaglio, «mi disse di aver partecipato a queste cene, mi ha parlato di rapporti sessuali con Berlusconi e di essere stata pagata per non dire la verità sul sesso e poi di rapporti a turno in una stanza buia, perché lui forse non voleva farsi vedere». E ancora: «Mi disse "la Trevaini (anche lei imputata, ndr) ha preso 1,8 milioni, la Minetti 5 milioni" e quindi lei voleva più soldi di quei 2.500 euro al mese che riceveva e avrebbe chiesto tramite un avvocato 500mila euro più una casa e c’era stata la disponibilità di Berlusconi, ma poi non so se li abbia ricevuti». Poi, le «due occasioni» in cui avrebbe incontrato Ruby («di lei se ne occupava Mora e Berlusconi la manteneva») quando era ancora minorenne, non lontano dall’ufficio di Mora. «Anche lei mi disse di avere fatto sesso "col Presidente", io sapevo già che le gemelle Ferrera e altre ragazze erano amanti del presidente e quindi non mi stupivo». E dei rapporti tra Ruby e il leader di FI avrebbe avuto conferma «anche da Corona». Trevaini, infine, stando sempre alla versione di Chiesa Soprani, gli disse che «sapeva che in quelle cene c’erano rapporti sessuali e che proprio di conseguenza faceva la giornalista, ossia per questo aveva avuto un contratto».

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