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A. F. Serre firma i funghi con l'economia circolare

I funghi sono alimenti ricchi di proteine, minerali e altre sostanze, come i folati, utili per la difesa del sistema immunitario. Accanto ai più tradizionali Pleurotus e Pioppino, a Verolanuova la A. F. Serre coltiva il fungo di origine giapponese Shiitake, tra le varietà asiatiche più conosciute, anche dalla farmacopea tradizionale, per la loro azione protettiva e antinfiammatoria.

Per i produttori della Bassa bresciana il fungo giapponese ha un sapore deciso, una forte personalità, che ricorda molto il nostro classico e apprezzato porcino. A guidare la realtà è Sandra Pelucco, che ha deciso di continuare la tradizione agricola di famiglia, investendo nel 2009 nella nuova attività, partendo dai terreni dei genitori. «Oggi il bilancio è molto positivo - commenta -, tutto procede al meglio, anche grazie alla nostra capacità di produzione autonoma di energia elettrica con un impianto fotovoltaico da 640 Kw che abbiamo installato già da alcuni anni sulle nostre ventidue serre per la coltivazione di funghi. Consta di quasi 5 mila metri quadri di pannelli che, coprendo gli spazi, contribuiscono indirettamente alla buona riuscita della coltivazione dei funghi e ovviamente forniscono anche la sempre più preziosa energia elettrica». Da segnalare che in presenza di eccedenza di produzione elettrica gli esuberi sono ceduti alla rete locale con vantaggi per la comunità e per l’impresa. Cuore del sistema produttivo della A. F. Serre sono i cubi, detti in gergo balle, con lati di ottanta centimetri, contenenti paglia e spore, ovvero i semi dei funghi, avvolti da materiale plastico biocompatibile. «Le balle restano per circa tre settimane a una trentina di gradi centigradi - spiega Sandra Pelucco, componente anche del Consiglio di Donne Impresa di Coldiretti Brescia - poi spuntano i funghi, momento nel quale la temperatura si fa scendere a una ventina di gradi, mantenendola sino a quando tutto ciò che è cresciuto sul cubo non viene raccolto».
Un ciclo che si ripete più volte durante l’anno, considerando che il volume globale supera gli ottanta quintali. Gli operatori usano il termine tecnico di «volata» per indicare la fase di maturazione, raccolta e quindi di cambio della balla. La stessa fa parte di un più ampio ciclo produttivo all’insegna dell’economia circolare e della sostenibilità: una volta esauste le balle sono riutilizzate come fertilizzante e come humus, alla cui creazione concorrono cibando i vermi. L’azienda agricola produce anche verdure e frutti a chilometro zero. Insieme ai funghi sono impiegati anche per comporre i vasetti che nel periodo natalizio sono proposti in appositi cesti regalo. La vendita si effettua al dettaglio direttamente in A. F. Serre e indirettamente attraverso una cooperativa di Verona alla quale la società partecipa. Tra le novità, figura una giardiniera messa in vasetti, cruda in agrodolce, che restituisce croccantezza e maggiore piacevolezza degustandola. Oltre ad essere autonoma energeticamente, l’azienda verifica le varie ipotesi di risparmio. Lo scorso anno, ad esempio, le serre non sono state riscaldate e «abbiamo verificato che i funghi crescono lo stesso - evidenzia Sandra Pelucco -: più tardi, ma comunque senza perdere in sapore e consistenza. Naturalmente applicheremo tale scelta a maggior ragione quest’anno e il futuro».

Non ci sono solo la stagione invernale e l’eventuale riscaldamento. Nei periodi molto caldi - come quest’anno, anche in provincia - servono le ventole per il cooling, vale a dire il raffrescamento. Situazioni da affrontare inevitabilmente, ma soprattutto in questi momenti si apprezza la capacità di autoproduzione di energia elettrica garantita dall’impianto fotovoltaico. Con Sandra Pelucco sono impegnati il figlio Federico, il collaboratore indiano Boota e l’agronomo Matteo.