LA SINERGIA

Centrale del Latte di Brescia una sfida vinta con il territorio

di Adriano Baffelli
Dal 31 ottobre 1931 la Centrale del Latte di Brescia è un importante punto di riferimento per il Bresciano, grazie a un impegno costantemente rivolto alla ricerca dell’innovazione e della qualitàLa sede della spa in via Lamarmora
Dal 31 ottobre 1931 la Centrale del Latte di Brescia è un importante punto di riferimento per il Bresciano, grazie a un impegno costantemente rivolto alla ricerca dell’innovazione e della qualitàLa sede della spa in via Lamarmora
Dal 31 ottobre 1931 la Centrale del Latte di Brescia è un importante punto di riferimento per il Bresciano, grazie a un impegno costantemente rivolto alla ricerca dell’innovazione e della qualitàLa sede della spa in via Lamarmora
Dal 31 ottobre 1931 la Centrale del Latte di Brescia è un importante punto di riferimento per il Bresciano, grazie a un impegno costantemente rivolto alla ricerca dell’innovazione e della qualitàLa sede della spa in via Lamarmora

 Nata nel 1930 e divenuta operativa nel 1931, esattamente il 31 ottobre, la Centrale del Latte di Brescia ha percorso un lungo tratto di storia in profonda sintonia con la città e il territorio: da sempre è «vicina ai bresciani nel rispetto dei valori autentici della tradizione», come si legge nella documentazione dell’azienda, diventando una consolidata realtà per l’intera provincia con un ampio raggio commerciale d’azione. Un consolidamento basato sulla capacità di farsi riconoscere e apprezzare dai consumatori per l’intrinseca qualità dei prodotti, unitamente alla profusione di un impegno costante dedicato alla ricerca di tecnologie e all’innovazione, investendo nel miglioramento del servizio. Non sorprende, quindi, sia stata la prima realtà del settore in Italia, nel 1963, a dotarsi di un impianto Uht e sempre la prima, nel 2004, a confezionare latte a lunga conservazione in bottiglia di Pet. La Centrale è stata anche tra le prime aziende a produrre il latte microfiltrato nel 2005, mentre nel 2008 ha presentato «Recappuccio», il latte appositamente pensato per il settore bar. La sensibilità nei confronti delle nuove esigenze manifestate dal mercato, che la caratterizza da lunghi decenni, ha spinto l’azienda a sviluppare una linea di prodotti biologici e un’altra linea ad «alta digeribilità», con latte o latticini senza lattosio. «La Centrale è presente sul territorio con i solidi principi che da sempre la guidano, quali l’attenzione per le nuove generazioni, la salvaguardia dell’ambiente e l’impegno in ambito sociale - sottolinea il presidente Franco Dusina, da 19 anni al vertice, confermato all’unanimità per un altro triennio lo scorso maggio -. Lo testimoniano, rispettivamente, l’organizzazione di visite guidate delle scuole nei suoi stabilimenti, il confezionamento di tutto il latte in bottiglie con il 50% di plastica completamente riciclabile, l’impiego di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Ultima, ma non meno importante, la partecipazione sia a numerose piccole manifestazioni sia ai grandi eventi sportivi bresciani». Componenti fondamentali, quelle richiamate da Dusina, che insieme all’attenzione per l’innovazione e al livello d’avanguardia raggiunto dai processi produttivi, hanno consentito alla Centrale del Latte di Brescia di raggiungere traguardi particolarmente significativi su tutto il territorio nazionale: lo testimoniano la vasta produzione, considerata una positiva espressione di un modello organizzativo, manageriale e commerciale di successo. Con Dusina siedono in Consiglio di amministrazione: Giuseppe Ambrosi, Valter Giacomelli, Immacolata Lascialfari e Greta Soncina. Andrea Bartolozzi affianca il presidente nel ruolo di direttore generale dal 2005, dopo essere entrato nella Centrale come direttore commerciale nel 1996. Presidente e direttore generale sono impegnati a definire e applicare strategie operative capaci di offrire una gamma di prodotti che si amplia costantemente, con attenzione alle novità e all’eccellenza qualitativa. Altro tema presente nell’agenda aziendale è la sostenibilità ambientale. A tal proposito, il direttore generale commenta la recente scelta della Centrale del Latte bresciana di confezionare il latte fresco, microfiltrato e a lunga conservazione, in bottiglie di plastica Pet riciclata al 50% ricordando che si tratta di una un risultato di grande rilievo, anche perché l’obiettivo fissato dall’Unione europea è del 25% da raggiungere entro i prossimi quattro anni. Scelta perseguita con convinzione pur a fronte dell’incremento di costi annui, oltre duecentomila euro, a carico dell’azienda, perché consente di ridurre annualmente la messa in circolazione di oltre ottocento tonnellate di plastica. Una curiosità: la Centrale del Latte di Brescia è l’unica realtà del settore controllata da un’azionista pubblico, precisamente da Palazzo Loggia che detiene oltre il 50% delle azioni. Nemmeno la complicata fase pandemica ha modificato l’andamento positivo della Centrale, caratterizzata da un solido patrimonio e da una buona redditività: nel 2020 il fatturato è stato di circa 69 milioni di euro, con un utile netto pari a tre milioni e 300 mila euro e un ebitda di sei milioni e 285 mila euro. Risultati ottenuti anche per l’incremento della domanda di prodotti complementari del latte: uova, burro, formaggi freschi, da parte della clientela retail, che ha ampiamente compensato il calo del canale Horeca. Nello stabilimento di via Lamarmora giornalmente entrano ed escono 1.200 quintali di latte. Per rendere la lavorazione il meno impattante possibile sull’ambiente, sono previsti investimenti importanti fra nuove iniziative da avviare e opere in dirittura d’arrivo. Nell’ambito di un piano, che mette complessivamente sul piatto nove milioni di euro, rientra anche la realizzazione della nuova centrale di cogenerazione, grazie alla quale si recupererà circa il 35% dell’energia impiegata. Questo, come altri, è un intervento che ha il vantaggio di ripagare in pochi anni lo sforzo effettuato, peraltro nella consapevolezza che si tratta di passi reali e sempre sostenibili.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA