LA STRATEGIA

Gardalatte, crescita continua nel segno della cooperazione

di Adriano Baffelli
Una veduta dell’ampio spazio di una sala dedicata a una specifica fase di produzione del Grana Padano all’interno di Gardalatte, la cooperativa con quartier generale a Lonato del Garda
Una veduta dell’ampio spazio di una sala dedicata a una specifica fase di produzione del Grana Padano all’interno di Gardalatte, la cooperativa con quartier generale a Lonato del Garda
Una veduta dell’ampio spazio di una sala dedicata a una specifica fase di produzione del Grana Padano all’interno di Gardalatte, la cooperativa con quartier generale a Lonato del Garda
Una veduta dell’ampio spazio di una sala dedicata a una specifica fase di produzione del Grana Padano all’interno di Gardalatte, la cooperativa con quartier generale a Lonato del Garda

Tra le eccellenze dell’agroalimentare bresciano figura a pieno titolo Gardalatte, cooperativa costituita nel 1965 a Lonato del Garda dove, dal 1968, è attiva la sede produttiva. La dinamica struttura casearia dovrebbe raggiungere quest’anno il risultato record di un milione e centomila quintali di latte trasformati, rispetto al milione e 35 mila del 2020. Dalla lavorazione della materia prima, raccolta da 44 soci e sette conferenti esterni, si stima che nel 2021 saranno ottenute 140 mila forme di Grana Padano e circa 14 mila quintali di Provolone e Provolone Valpadana Dop dolce e piccante, in parte venduto anche direttamente con il marchio Gardalatte.

Considerevoli quantità, che dovrebbero garantire un fatturato superiore ai sessanta milioni di euro, dopo i quasi 62 del 2019 e i 57,1 mln del 2020, esercizio che ha egregiamente tenuto in un contesto difficile, soprattutto per il canale Horeca, pesantemente condizionato dalla pandemia. A concorrere al risultato economico c’è anche l’allevamento di suini, separato dal resto dell’azienda, con capienza di 6.300 capi, che la cooperativa acquista quando pesano circa quaranta chilogrammi, provvede al solo ingrasso, vendendoli quando pesano mediamente centosettanta chili come materia prima ai produttori di prosciutto crudo Dop Parma e San Daniele. Si ottengono due cicli annui, per un totale di circa 12 mila capi venduti.
La realtà occupa 66 persone, oltre la metà di origine straniera, con prevalenza di indiani e pachistani, seguiti dai senegalesi. «Sono tutti protagonisti di una positiva, pacifica e profonda integrazione», commenta soddisfatto il presidente e amministratore delegato della cooperativa, Valter Giacomelli. Negli ampi spazi, oltre all’attività produttiva, c’è fermento per gli interventi sulla struttura. È in corso un ampliamento che, nell’ottobre scorso, ha consentito l’entrata in funzione di un nuovo magazzino per il Grana Padano da 50 mila forme, portando il totale della capacità a 180 mila «pezzi», alle quali sono da aggiungere le 20 mila nella sede di Montirone. Nel 2014 Gardalatte ha incorporato il Caseificio Sociale di Montirone mantenendo attivi gli impianti. Un’operazione lungimirante che ha permesso alla cooperativa un posizionamento di assoluto rilievo nel Bresciano e in Lombardia. Di lungimiranza parla il presidente Giacomelli ricostruendo la storia di Gardalatte. «Ne ebbero molta i fondatori che oltre 50 anni fa capirono la rilevanza insita nella scelta della trasformazione diretta del proprio prodotto, garantendo così valore aggiunto al loro lavoro e ai loro sacrifici - sottolinea -. Credo molto nella cooperazione, forma che garantisce opportunità di lavoro, di crescita e di sviluppo sulla base di un’etica solidale. Inoltre - continua il leader di Gardalatte -, è una scelta operativa che accorcia la filiera e contribuisce a un migliore risultato economico per i soci».
Il presidente evidenzia anche che la cooperativa non è dissimile da un altro tipo di società, ad esempio di capitali, per cui la gestione aziendale deve essere oculata e il prodotto richiede ogni attenzione affinché sia ottenuto nel modo migliore e così proposto al consumatore. Il vantaggio è che con la scelta cooperativistica «ci sono l’attenzione all’aspetto mutualistico e il rispetto nei confronti di tutti i soci, considerati alla pari indipendentemente dalle dimensioni».
Tornando all’ampliamento in corso, una volta completato, Gardalatte disporrà di una nuova sala per la salamoia e di maggiore spazio per la sala voltatura del formaggio. Giacomelli è titolare con i fratelli Erman e Oscar dell’azienda zootecnica Soniga di Nuvolento, alla quale collaborano due nipoti e dieci dipendenti. Con una superficie di 200 ettari, allevano 1.300 capi 700 dei quali sono vacche da latte con la produzione di 70 mila quintali all’anno. La convinzione è che un’azienda agricola deve essere ottimamente pulita e organizzata, contenendo il più possibile odori e ogni attività che possano arrecare disturbo ai vicini. «Sono anche sicuro - dice Giacomelli - che noi agricoltori dobbiamo imparare a raccontarci, ad avvicinare i consumatori. Alcune posizioni ostili nei confronti del mondo agricolo forse nascono dalla mancanza di informazioni».

Aziende agricole moderne, ben impostate e in grado di garantire la corretta marginalità per un’attività coinvolgente, che impegna anche le famiglie quasi tutte le giornate durante l’anno. La marginalità non sempre è riconosciuta. Legittima, quindi, la soddisfazione dei vertici della struttura, che mediamente liquida ai soci il latte conferito con un 15% in più rispetto a quanto pagato dall’industria casearia. La produzione raggiunta da Gardalatte la pone oggi per rilevanza tra le prime cinque o sei realtà associate al Consorzio Grana Padano Dop. Peraltro, uno degli obiettivi della cooperativa, che ha una base sociale molto giovane, come fa notare il presidente Giacomelli, è quello di crescere ancora, compatibilmente con gli spazi e le esigenze di mercato, proprio nella trasformazione del latte in Grana Padano.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA