L’ANDAMENTO

Il business incrementa come la remunerazione

Bene il ritorno ai soci, «ma aumentano anche i costi»
La Cooperativa Bresciana Bestiame e Carni ha sede in via Dalmazia in città
La Cooperativa Bresciana Bestiame e Carni ha sede in via Dalmazia in città
La Cooperativa Bresciana Bestiame e Carni ha sede in via Dalmazia in città
La Cooperativa Bresciana Bestiame e Carni ha sede in via Dalmazia in città

Il fatturato del 2021 della Cooperativa Bresciana Bestiame e Carni si è attestato oltre i dieci milioni di euro, con un utile di ventimila euro. La previsione per l’esercizio in corso è di un significativo aumento, sia perché è in crescita il numero di capi conferiti, sia per l’aumento del valore della carne. «Stimiamo possa crescere del 40/50 per cento - spiega il presidente della cooperativa, Valter Giacomelli - considerando che è considerevolmente aumentata anche la remunerazione dei nostri soci che consegnano gli animali. Incrementi a loro favore che, comunque, non compensano i maggiori costi da sopportare a causa della serie di pesanti rincari che ha colpito il settore soprattutto in quest’annata». Con le conseguenze di un impoverimento del patrimonio zootecnico e del rischio chiusura di alcune aziende. Cosa si può fare di fronte a questo scenario? Il leader di Coldiretti Brescia sottolinea che si aspetta l’insediamento del nuovo Governo, dal quale «ci aspettiamo provvedimenti che aiutino le aziende in questa fase difficile, considerando che il mondo agricolo non dispone di ammortizzatori sociali. Non possiamo mettere in Cassa integrazione i dipendenti e soprattutto non possiamo abbandonare gli animali, che vanno comunque nutriti. Da qui la necessità di un supporto per superare un periodo che speriamo duri il meno possibile». Per quanto concerne in specifico la siccità, Giacomelli ricorda come Coldiretti abbia proposto da tempo l’utilizzo delle cave dismesse, da trasformare in bacini per raccogliere l’acqua in inverno in modo sia disponibile in estate. Lo stesso va detto per il recupero di acqua dai depuratori e, più in generale, per la necessità di recuperare almeno il 50 per cento dell’acqua, percentuale generale oggi ferma al 19 per cento. In tema di impiego e risparmio dell’acqua, il presidente Valter Giacomelli sottolinea che non deve essere dimenticato che l’85 per cento di quella utilizzata in agricoltura viene reimmessa in falda, peraltro depurata. •. A.Baff. © RIPRODUZIONE RISERVATA