Dai dati sul settore olivicolo riportati nel Rapporto 2022 sul turismo enogastronomico italiano, a cura di Roberta Garibaldi e realizzato sotto l’egida dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, si intuisce la grande potenzialità per Brescia, in chiave di promozione, legata all’olio. In particolare, il Garda e il Sebino. In generale l'Italia vanta un grande dotazione che può essere sfruttata anche in questo ambito: registra il maggior numero di aziende con produzione di olive a livello europeo (646.326, dato aggiornato), una biodiversità estremamente ricca, testimoniata della presenza di 540 cultivar, e un alto numero di certificazioni: 49, di cui 43 Dop e 6 Igp. Ciononostante il Paese è solo il secondo produttore europeo perché la Spagna ha il primato mondiale con oltre 7 milioni di tonnellate di olive raccolte contro poco più di due milioni in Italia. L'extra vergine di oliva è fonte di attrazione per il consumatore, sempre più attento agli aspetti salutistici del prodotto - dall'alimentazione ai trattamenti estetici - e alle storie dell'olivicoltura. Il limite allo sviluppo dell'offerta turistica è rappresentato dall'eccessiva frammentazione: rispetto alla Spagna l'Italia ha quasi il doppio delle aziende, ma il volume è limitato. Un gap che pesa sulla propensione all'investimento. Il mondo dell'olio Evo è sempre più attraente anche in chiave turistica. E le potenzialità del comparto - grazie alla sua storia secolare, al legame con il territorio e il paesaggio, alle proprietà benefiche del prodotto - appaiono tuttora ampiamente inespresse. Le strutture impegnate nell'olivicoltura si stanno gradualmente aprendo alle esperienze turistiche. Organizzano corsi di degustazione, creano le Spa dove l'olio è la base dei trattamenti, coinvolgono il visitatore nella raccolta e nelle prime fasi di trasformazione dalle olive. Sino ad arrivare alla vendita di piccoli lotti personalizzati: sull’etichetta compare poi il nome e cognome oltre naturalmente ai riferimenti dell'azienda. •. A.Baff. © RIPRODUZIONE RISERVATA