IL RICONOSCIMENTO

Lazzari, i Tre Bicchieri che firmano un record

Nella guida del Gambero Rosso c'è anche «Fausto»
L’importante riconoscimento ottenuto da Lazzari viene festeggiato
L’importante riconoscimento ottenuto da Lazzari viene festeggiato
L’importante riconoscimento ottenuto da Lazzari viene festeggiato
L’importante riconoscimento ottenuto da Lazzari viene festeggiato

Il conferimento dell’ambito riconoscimento dei «Tre Bicchieri» a cura della guida Vini d’Italia 2023 del Gambero Rosso regala una grande soddisfazione a una giovane denominazione bresciana, che vive per la prima volta un simile considerevole risultato. Tra i vini premiati c’è, infatti, anche il «Fausto» Capriano del Colle Doc bianco 2021, prodotto dalla cantina Lazzari sulla collina del Montenetto. In Lombardia, alle cantine che hanno ricevuto i Tre Bicchieri - 12 Franciacorta, 8 Oltrepò, 4 Riviera del Garda Classico, 4 Valtellina e 2 Lugana, si aggiunge la piccola Doc Capriano del Colle proprio con il «Fausto» di Lazzari. «Un vino dedicato a nonno Fausto, che per primo iniziò a produrlo per se stesso più di mezzo secolo fa e che ancora oggi - spiega Davide Lazzari - alla soglia delle 90 vendemmie, non abbandona la cantina. Con mio padre Giovanni, mio zio Dario, mio fratello Giordano e l’agronomo Angelo Divittini, abbiamo sempre sognato questo momento, forse mai credendo di poterci arrivare». Per Davide Lazzari, giovane viticoltore, «i Tre Bicchieri hanno una tale rilevanza nel mondo del vino che possono cambiare il destino di una denominazione piccola e ancora poco conosciuta come Capriano del Colle». Il riconoscimento ottenuto dalla cantina - sottolinea Lazzari - ha una più ampia valenza di certificazione della vocazione della terra del Montenetto a produrre vino. «Per questo è molto importante questo momento. Abbiamo sempre avuto l’obiettivo di trovare, esplorare e cesellare la massima identità delle uve e dei vini del Montenetto - aggiunge Angelo Divittini, agronomo e consulente enologico della cantina -. Il segreto sta nell’avere la giusta sensibilità nell’interpretare il territorio e la materia prima: saper cosa coltivare e trasformare le uve ci ha offerto una grandissima opportunità. Dopo anni di prove e notti insonni possiamo dire che ce l’abbiamo fatta! È chiaro che per noi è solo un punto di partenza e non di arrivo». •. A.Baff. © RIPRODUZIONE RISERVATA