Il mercato è vitale «Fortissima spinta verso l'assunzione»

Luca Romano, direttore di Local Area Network «Metà delle aziende ha intenzione di inserire nuove risorse»

Un romanzo intitolato "lavoro". Nel ruolo di protagonisti, giovani e aziende, impegnati a raggiungere una meta comune fatta di occupazione e sviluppo. A mettere i bastoni tra le ruote però, come in tutte le storie, interviene un antagonista. Un avversario che in questo caso è più ambientale che umano: il mix di pandemia, guerra, rincorsa dei prezzi, unito ad una serie di fattori psico-sociali collaterali, quali il disorientamento, la precarietà, l'incertezza. Eppure, nonostante questo combinato disposto di elementi apparentemente esplosivo (o implosivo) «dal mercato arrivano indicazioni incontrovertibili di vitalità», assicura Luca Romano, direttore di LAN (Local Area Network). In altre parole: «C'è una fortissima spinta delle aziende verso l'assunzione e non parliamo solo di manodopera, ma di ruoli in cui sono richieste qualifiche medio alte», precisa il direttore del centro di ricerche di Padova. Oltre la metà delle aziende, infatti, ha in programma di inserire nuove risorse nel proprio organico di qui ai prossimi mesi. A dirlo, in modo chiaro e analitico, sono i numeri che emergono dalla ricerca condotta da LAN su impulso del Gruppo editoriale Athesis e che sarà presentata nel dettaglio oggi, in occasione dell'evento "New Job" in programma dalle 18 all'Antica Dogana di Fiume a Verona. Lo studio, intitolato "Il lavoro nella grande transizione", ha coinvolto un campione di 1.500 imprese - di tutte le dimensioni e di tutti i settori - distribuite equamente (500 per capoluogo) tra le province di Vicenza, Verona e Brescia, ovvero la vasta area in cui opera la media company Athesis con le sue testate giornalistiche. In questo territorio dalla storica vocazione imprenditoriale i ricercatori di LAN hanno intervistato titolari e addetti per comprendere quale sia lo stato dell'arte del mercato del lavoro, tra un boom di domanda a cui non si assisteva da prima della grave crisi del 2008 e, di contro, la penuria di offerta da parte soprattutto della fascia giovanile della popolazione. Un disallineamento - o mismatch - frutto di differenze generazionali ma anche di incomprensioni e luoghi comuni: si pensi, per fare qualche esempio, alla narrazione poco affascinante che viene tradizionalmente fatta sulla fabbrica, ma anche alla cattiva fama di cui sono vittime le mansioni nella ristorazione. A partire da questo il sondaggio ha voluto indagare quale sia la situazione nelle realtà produttive del Nordest, ponendo agli intervistati un questionario composto da 22 domande. Quesiti di ogni genere, utili a scandagliare le condizioni contrattuali, le aspettative, il livello di innovazione, le modalità di reclutamento e molto altro. Per farlo, LAN ha suddiviso innanzitutto il campione in tre macrosezioni: aziende fino a 9 dipendenti, da 10 a 20, e sopra i 20. Come si diceva, ciò che viene evidenziato a caratteri cubitali è la diffusa necessità di personale: «Il report è stato condotto a giugno, per cui i dati sono più che attuali ed è proprio la vitalità del sistema di imprese pur in un momento storico in cui si accavallano guerra, pandemia e rincari che ci ha impressionato più di tutto», sottolinea Romano. Tra i temi sottoposti ai partecipanti all'indagine spiccano quelli relativi alla formazione e allo smartworking. Il lavoro agile, in particolare, è uno dei grandi spartiacque tra il "prima" e il "dopo" l'era Covid. Come rileva LAN, ben il 30 per cento delle imprese ne ha fatto ricorso nel biennio dell'emergenza sanitaria. Importante però, specie nell'industria e specie a Vicenza, è stato anche l'utilizzo degli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione. Oggi, però, lo smartworking è tornato a costituire una minima fetta dell'organizzazione aziendale, dal momento che nell'88 per cento delle imprese gli addetti sono tornati ad operare in presenza, pur con il mantenimento di un 20 per cento di "ibridismo" nelle realtà vicentine. Sul fronte della formazione, il 70 per cento delle aziende si dice soddisfatto dell'offerta del territorio. Tra le scuole più gettonate spiccano gli istituti professionali (67 per cento), ma anche gli studi tecnici. La scuola riveste del resto un ruolo strategico nel riallineamento dell'asse occupazionale. Sono quattro gli strumenti privilegiati per affrontare il mismatch: l'alternanza scuola lavoro, gli stage aziendali, il potenziamento delle scuole tecniche, la formazione professionale duale. L'alternanza è privilegiata nel Veronese, nel settore commercio turismo e in modo distribuito tra le dimensioni d'impresa. Industria e servizi invece fanno salire le quotazioni del potenziamento delle scuole tecniche, la imprese maggiori anche lo stage. Fotografie d'attualità che saranno esaminate oggi nel corso di "New Job", primo appuntamento di un ciclo mirato che il gruppo Athesis intende dedicare alle nuove frontiere del lavoro.