L'ESPERIENZA

«Nell'Its meccatronico nascono i profili richiesti»

«La formazione post diploma cerca di colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. Stiamo pensando di allargarci alla farmaceutica»
L'ospite Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per il lavoro
L'ospite Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per il lavoro
L'ospite Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per il lavoro
L'ospite Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per il lavoro

Le priorità per il lavoro? Riduzione del cuneo fiscale e completare l'attuazione del "Patto per la fabbrica". Non ha dubbi Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria, con delega alle relazioni industriali e al lavoro, nonché e fondatore e presidente dell'Its Meccatronico del Lazio meridionale, che in occasione di New Job, intervistato da Roberta Bassan, redattrice economica del GdV, ha analizzato l'attuale situazione anche dal punto di vista dell'imprenditore, partendo proprio dalle difficoltà nel reperimento del personale. «Si tratta di un problema molto datato in Italia e risale al dramma della mancanza di comunicazione tra il mondo della scuola, dell'università, della ricerca e delle imprese. Fino a poco tempo fa non esisteva una politica dell'orientamento capace di colmare il mismatch tra la domanda e l'offerta. Si è tentato di porre rimedio attraverso le scuole di formazione post diploma e un legame maggiore tra il mondo della scuola e dell'università e le imprese. Ritengo che la strada intrapresa attraverso il Pnrr sia corretta e spero che presto gli Its, unitamente all'università per quanto riguarda lauree brevi e Stem, riescano a colmare questo divario». Un lavoro che nel Lazio meridionale è stato intrapreso anche attraverso, appunto, la creazione dell'Its Meccatronico: «L'abbiamo fondato perché le nostre imprese non riuscivano più a trovare figure specializzate nei settori delle tecnologie digitali e ambientali. Formiamo i profili che servono e garantiamo loro un'opportunità di lavoro stabile. Ci siamo riusciti sia l'anno scorso sia quest'anno e la nostra ambizione dal prossimo è raddoppiare, facendo partire un secondo corso, ma anche ampliare il nostro raggio d'azione su un altro settore strategico nella nostra zona, il farmaceutico». L'obiettivo, infatti, è di poter allargare ulteriormente il numero di giovani che trovano un'opportunità tramite l'Its. «L'ambizione è arrivare a regime nel 2024 con tre corsi per la meccatronica e uno per la farmaceutica e formare ogni anno 100 ragazzi ai quali dare un posto di lavoro stabile». Tra le motivazioni che ostacolano il reperimento di manodopera, al di là della mancanza di competenze, c'è anche un'immagine non attrattiva delle imprese. «Nel nostro paese nessuno è profeta in patria - continua Stirpe - La manifattura ha costituito un fortissimo veicolo di progresso nel nostro paese, a partire dal Dopoguerra e probabilmente questo merito non le è stato mai riconosciuto da una parte dell'opinione pubblica. Forse è anche nostra responsabilità, perché non riusciamo a comunicare bene quello che siamo capaci di fare, che riusciamo a offrire alla collettività». Le priorità, al momento, per l'imprenditore sono soprattutto legate ai salari e al lavoro. «La prima è far aumentare il potere d'acquisto nelle tasche dei lavoratori, senza far aumentare il costo del lavoro in azienda, e in questo senso va la nostra proposta di una riduzione del cuneo fiscale, che abbiamo rafforzato anche nelle ultime uscite, non solo da parte del presidente Bonomi». La seconda è più strettamente legata alla contrattazione e al "Patto per la fabbrica" sottoscritto con i sindacati nel 2018, del quale «bisogna completare tutte le parti non attuate, perché a mio avviso in questo possiamo trovare la risposta a temi come l'efficacia erga omnes dei contratti collettivi nazionali di lavoro e l'inutilità del salario minimo, perché se venisse attuata la misura della rappresentanza non ci sarebbe bisogno neppure di discuterne». Passando per altri argomenti "caldi". «C'è tutta la parte relativa al completamento degli "avvisi comuni" che vanno dalla revisione del modello di welfare del nostro paese, per adeguarlo agli enormi cambiamenti della demografia in atto in questo momento, ai temi della partecipazione sui luoghi di lavoro e della sicurezza. Ritengo insomma che il nostro impegno e quello del sindacato si debbano concentrare sull'attuazione del "Patto per la fabbrica"».. © RIPRODUZIONE RISERVATA