Silvia Codenotti e le nuove frontiere per la cura del cancro

La ricercatrice bresciana segue un progetto di UniBS che mira a combattere un raro tumore pediatrico
Silvia Codenotti è una ricercatrice di 32 anni che. sposata e madre di un bimbo di 2 anni, che riesce a conciliare al meglio vita privata e lavorativa
Silvia Codenotti è una ricercatrice di 32 anni che. sposata e madre di un bimbo di 2 anni, che riesce a conciliare al meglio vita privata e lavorativa
Silvia Codenotti è una ricercatrice di 32 anni che. sposata e madre di un bimbo di 2 anni, che riesce a conciliare al meglio vita privata e lavorativa
Silvia Codenotti è una ricercatrice di 32 anni che. sposata e madre di un bimbo di 2 anni, che riesce a conciliare al meglio vita privata e lavorativa

¬ È un'eccellenza nel panorama della ricerca scientifica bresciana, non solo per la sua professionalità e le sue competenze, ma anche per l'entusiasmo e la passione che trasmette semplicemente raccontando il suo lavoro; Silvia Codenotti si è pienamente meritata la borsa di studio assegnatale da Parmalat e Fondazione Veronesi, che le permetterà di proseguire e affinare i suoi studi in oncologia pediatrica all'Università degli Studi di Brescia.

La 32enne ricercatrice è una delle cinque persone beneficiarie del supporto economico per il biennio 2022-2023, nel contesto del progetto Gold for Kids: «Sostenere ricercatori che dedicano la vita ad aiutare altri ci dà grande soddisfazione - afferma Maurizio Bassani, general manager di Parmalat - Vogliamo offrire un contributo concreto alla ricerca scientifica in Italia, che passa dall'incoraggiare gli studi di talenti brillanti come Silvia: sostenere i giovani ricercatori a proseguire qui la loro missione è fondamentale per il futuro del nostro Paese». Un incoraggiamento che per Codenotti non è da poco, poiché, seppur a malincuore, valuta: «Non vado all'estero perché qui ci sono le mie radici, la mia famiglia che mi ha sempre sostenuta, mio marito e mio figlio, ma è indubbio che all'estero avrei più opportunità, perché in Italia la ricerca non ottiene ancora l'attenzione e gli investimenti che merita, ne ho avuto conferma durante i miei tre mesi in Svezia: un'esperienza estremamente formativa».

La ricercatrice bresciana svolgerà il progetto di ricerca nell'ambito in cui è attiva da anni nel laboratorio dell'università di Brescia sotto la guida del professor Alessandro Fanzani che «mi ha seguita sin dall'inizio in modo egregio - spiega Silvia Codenotti -. Stiamo studiando da anni un tumore pediatrico raro, il rabdomiosarcoma, che è il sarcoma dei tessuti molli più frequente dell'età pediatrica. Negli ultimi anni l'aspettativa di vita dei bambini affetti da rabdomiosarcoma è migliorata; tuttavia, la presenza di metastasi o di tumori ad elevato grado di malignità conferisce ancora oggi una prognosi infausta. Oggi il nostro obiettivo è concentrarsi su quelle molecole che conferiscono particolare aggressività al tumore per cercare strategie terapeutiche per fermarle. Quest'anno ci stiamo focalizzando sullo studio di Akt, una via di segnale - cioè una serie di meccanismi molecolari a cascata all'interno della cellula - che svolge un ruolo cruciale nella regolazione della crescita e del metabolismo tumorale. Ci auguriamo che questo ci permetta di identificare nuovi bersagli per terapie mirate più efficaci nella cura dei rabdomiosarcomi aggressivi e di migliorare così l'aspettativa di vita dei bambini che sono affetti da questa tipologia di tumore». La vita in laboratorio per Codenotti è arrivata dopo gli studi al liceo Copernico e nel contesto della sua laurea in biotecnologie e poi nel dottorato in biotecnologie mediche: «Mi sono letteralmente innamorata della vita di laboratorio, che significa studiare i meccanismi che stanno dietro al funzionamento del nostro corpo - continua la ricercatrice - non sempre si arriva ad una scoperta, non sapremo mai tutto sul nostro corpo, ma ad ogni scoperta si aggiunge un tassello ed è questo il fascino più grande del mio lavoro». Un lavoro molto impegnativo, in termini di orari e di ritmi, eppure Codenotti è riuscita a conciliarlo con la sua vita personale: si è sposata e da due anni è diventata madre di Mattia che «è diventato ovviamente la mia priorità assoluta - ammette la ricercatrice - ma, grazie anche al sostegno dei nonni e della famiglia in generale, sono riuscita e riesco a conciliare bene l'essere madre con l'essere attivamente una donna di scienza».