NEL MONDO Lo studio di progettazione, ingegneria e architettura con sede in città è da tempo protago

Crew, le idee targate Brescia firmano un business no-limits

di Adriano Baffelli
Rendering dello stadio della Stella Rossa a Belgrado: Crew ha vinto il concorso per riqualificare l'impianto «Rajko Mitic», noto come Marakana per la capienza arrivata fino a 100 mila posti
Rendering dello stadio della Stella Rossa a Belgrado: Crew ha vinto il concorso per riqualificare l'impianto «Rajko Mitic», noto come Marakana per la capienza arrivata fino a 100 mila posti
Rendering dello stadio della Stella Rossa a Belgrado: Crew ha vinto il concorso per riqualificare l'impianto «Rajko Mitic», noto come Marakana per la capienza arrivata fino a 100 mila posti
Rendering dello stadio della Stella Rossa a Belgrado: Crew ha vinto il concorso per riqualificare l'impianto «Rajko Mitic», noto come Marakana per la capienza arrivata fino a 100 mila posti

La vista panoramica dal ventitreesimo piano del Crystal Palace regala una Brescia più bella che mai, con la vista che spazia dalla possente maestà del Castello fino all'A4. Idealmente lo skyline cittadino si sovrappone a quelli di Riad, Doha e Dubai: capitali saudita, del Qatar e di uno dei sette Emirati Arabi Uniti, dove lo studio di progettazione, ingegneria e architettura Cremonesi Workshop srl, conosciuto con la sigla Crew, è protagonista con rilevanti interventi.

Un'area considerata strategica, tanto che a Dubai è attiva la controllata al 100%, Crew Middle East, hub per tutte le attività nel Middle e Far East. Scelta che evidenzia una vocazione internazionale e di espansione, presidio di una porta per un business senza confini, che arriva anche in Africa, grazie a collegamenti capillari, garantiti da investimenti ingenti degli emiri e da un reticolo di alleanze, arricchito dagli accordi di Abramo tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti dell'agosto 2020 e allargati al Bahrein. L'ingegnere civile Lamberto Cremonesi, fondatore e presidente della società, è affiancato dal figlio Marco, identica laurea, medesima passione per la progettazione di grandi opere, direttore commerciale, dal 2013 in Crew dopo un'esperienza post-laurea a New York, nello studio Arup, big mondiale del settore. Crew negli ultimi quattro anni è stato tra le prime cinque realtà di architettura in Italia, il rinomato Fuksas Architecture è sul gradino numero sedici, per dire. Dal primo dicembre 2018, giorno del closing dopo circa dieci mesi di due-diligence, valutazioni economiche e legali, la società è partecipata all'ottanta per cento da Italferr, azienda delle FS, ultimo fatturato 225 milioni di euro. Il bilancio 2019 si è chiuso a 6 milioni 274.780 di euro, con un utile di 769.602 euro. Il 2020 si chiuderà sui 6,5 milioni di euro, ma superata l'emergenza Covid, Cremonesi ritiene di poter crescere con un ritmo del 30% annuo. In Crew operano oggi trenta architetti, altrettanti ingegneri e cinque persone dello staff. Lo studio ha progettato, tra l'altro, il termovalorizzatore di Brescia, il centro commerciale Elnòs di Roncadelle e sedici delle 17 stazioni della metropolitana cittadina. Progettazione innovativa, quella relativa alla moderna metro driverless, che regala la sensazione di un perfetto binomio, di una funzionale e armonica sinergia tra due anime: quella ingegneristica e quella architettonica, sorta di yin e yang, certo non opposte ma in molti casi tendenti alla divergenza. «Abbiamo cercato il più possibile di far convivere forme, volumi e statica - spiega Lamberto Cremonesi -. Progettando le stazioni della metropolitana abbiamo superato concezioni vecchie, legate a una normativa vetusta e a una diffusa pigrizia progettuale. Elementi che producevano opere anguste, difficili da utilizzare».Il risultato, soprattutto per la facilità di movimento da parte degli utenti, è evidente. Un'esperienza utile, che Crew ha trasferito con successo in altre realizzazioni: in totale sono 60 le stazioni metro «firmate» nel mondo. Tra queste ventidue, su 85, della nuova metropolitana di Riad capitale dell'Arabia Saudita: due sono fuori dal comune, con forte valenza iconica e del valore di 580 e 780 milioni di dollari. Basti dire che l'intera metropolitana bresciana, con diciassette stazioni, è costata circa 850 milioni di euro. Ultima, in ordine di tempo, la stazione Metro C di piazza Venezia a Roma. Proprio il consolidato know how raggiunto nella realizzazione di moderne stazioni delle metropolitane è stato il fulcro sul quale ha fatto leva l'interesse del colosso Italferr, specializzato nella progettazione delle opere ferroviarie e metropolitane. Il Covid ha rallentato lavori in Italia e all'estero, ma si percepisce uno studio concentrato su nuovi progetti e pronto per una ripartenza foriera di espansione. «Abbiamo lavorato al progetto di rinnovamento dell'aeroporto Marco Polo di Venezia, ma la drastica contrazione di passeggeri legata alla pandemia ha bloccato tutto», dicono Lamberto e Marco Cremonesi. Per nulla preoccupato, Lamberto, echeggiando un concetto di Andrea Pontremoli, alla guida della Dallara, ricorda che gli italiani, nell'incertezza, quando serve velocità di decisione pur in mancanza di riferimenti, nel gestire il «caos» sono maestri insuperabili.

Mentre la frenesia costruttiva del Golfo è temporaneamente rallentata ed è sospeso a Segrate (Mi) il progetto del mall più grande d'Europa, il villaggio dello shopping Westfield Milano - con la partecipazione progettuale della Cremonesi Workshop srl - da Brescia Due si guarda al Nord Europa: sarà lo studio bresciano a occuparsi del rinnovamento della stazione ferroviaria Riga Centrale, nella capitale lettone. Crew ha vinto con un progetto che contempla anche un ponte di un migliaio di metri sull'estuario del fiume Daugava. La riqualificazione della stazione è uno degli interventi di maggiore caratura del programma «Rail Baltica», finanziato dall'Unione europea per la nuova linea ferroviaria ad alta velocità tra Polonia e Finlandia..

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