IL SUPPORTO

Fasternet «guida» le imprese nella digital transformation

di Adriano Baffelli
Approccio olistico alla sfida, con tre concetti ben chiari: responsabilità, fiducia e protezione. «Le reti contano, non solo quelle informatiche»
Reti informatiche sempre più fondamentali per tutte le attività: in questo ambito si sviluppa e cresce l’impegno messo in campo dalla Fasternet di Borgosatollo (Michael Dziedzic Unsplash)Reti digitali e umane per crescere
Reti informatiche sempre più fondamentali per tutte le attività: in questo ambito si sviluppa e cresce l’impegno messo in campo dalla Fasternet di Borgosatollo (Michael Dziedzic Unsplash)Reti digitali e umane per crescere
Reti informatiche sempre più fondamentali per tutte le attività: in questo ambito si sviluppa e cresce l’impegno messo in campo dalla Fasternet di Borgosatollo (Michael Dziedzic Unsplash)Reti digitali e umane per crescere
Reti informatiche sempre più fondamentali per tutte le attività: in questo ambito si sviluppa e cresce l’impegno messo in campo dalla Fasternet di Borgosatollo (Michael Dziedzic Unsplash)Reti digitali e umane per crescere

 Festeggiato il simbolico traguardo dei primi 25 anni nel 2020, Fasternet continua il suo percorso di azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di soluzioni Ict, per la protezione, gestione, trasmissione e comunicazione dei dati, sempre più asset rilevante, patrimonio informativo per ogni tipo di impresa. L’azienda di Borgosatollo annovera clienti in vari settori, dalla sanità (come Poliambulanza) a realtà industriali come OMR e Sabaf, per citare nomi conosciuti, con presenza a livello regionale e nazionale in gruppi bancari e altre realtà di servizi. Una quarantina gli occupati, impegnati a seguire le esigenze di oltre quattrocento clienti, e un fatturato ci circa sei milioni di euro. Oltre alla dichiarata volontà di continuare a percorrere la via della crescita. La realtà nasce dall’incontro di due professionalità, quella di Giancarlo Turati oggi amministratore delegato della società, e di Giuseppe Maffei, che della Fasternet è il presidente: il primo si occupava di reti e comunicazioni in una banca, il secondo, tecnico della Olivetti, conosciuto perché impegnato nell’adeguamento dell’impiantistica dell’istituto bancario. Turati ricorda la condivisone di un biennio di lavoro intenso, sviluppato in perfetta sintonia e sinergia. «Abbiamo capito che la collaborazione tra noi funzionava - ricorda Giancarlo Turati -, tanto che iniziammo a condividere visioni, tutte all’insegna di uno specifico indirizzo: realizzare un progetto professionale e imprenditoriale completamente nostro. Convinti fosse la strada giusta, nel 1995 ha preso vita dalle nostre intuizioni una startup dedicata a progetti e servizi per l’Ict, ovvero l’information & communication technologies». La società, sin dagli inizi, è risultata vincente perché si poneva tra il mondo degli impiantisti e le software house, che all’epoca facevano molta fatica a interagire direttamente, spesso parlando lingue tecniche diverse. Presto arrivarono commesse da realtà strutturate, tra le quali la Palazzoli, oltre alla già citata clinica privata cittadina, consentendo alla giovane impresa di crescere e di creare un network efficace, acquisendo esperienza sul campo. Sulla base delle certificazioni e delle competenze tecniche, Fasternet supporta le imprese nell’individuazione delle migliori tecnologie per orientare la loro digital transformation, ottimizzandone i processi operativi e tramutando le loro scelte in opportunità di business e di investimento: il tutto al passo con i mutamenti che la diffusione di internet, e sempre più dell’internet delle cose (IoT), ha determinato a livello globale. A un’intensa fase di riflessione, sviluppata soprattutto nel 2019, è seguito un lavoro di ripensamento delle proposte al mercato, concretizzato con la nascita di D-Arch Academy. «Possiamo dire che D-Arch - spiega Turati – sintetizza il nostro approccio olistico al tema della cybersecurity, il metodo strutturato e innovativo per governare i rischi informatici e proteggere il valore delle aziende attraverso la collaborazione e la consapevolezza delle persone, l’utilizzo di tecnologie e di strumenti efficaci e la condivisione delle idee». Cultura, lavoro e comunità sono tre concetti fondamentali per questa esperienza: una di quelle storie, che raccontandole, fanno capire quanto sia importante trovarsi al posto giusto al momento giusto. Ma solo se armati di coraggio e una incessante voglia di crescere. Tra le iniziative «indirette» che hanno caratterizzato l’attività di Fasternet e di Giancarlo Turati - tra l’altro presidente di InnexHub, vicepresidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia, componente del Consiglio generale di Confindustria nazionale -, figura l’Albero della Vita: un simbolo di Expo 2015 e, per Turati, una concreta metafora dell’importanza «rivestita dalle reti, non solo quelle digitali, ma forse soprattutto quelle umane», probabilmente anche sulla scorta dell’esperienza personale intrecciata tra studi tecnici e filosofici. Nel presente, e con elevata probabilità nel futuro a breve e medio termine, una delle parole chiave per Fasternet è «sicurezza». Naturalmente declinata nello specifico settore presidiato, la cyber security, che vede la società presieduta da Giuseppe Maffei impegnata da oltre quindici anni. Da segnalare l’approccio seguito con sempre maggiore convinzione da tutto il team aziendale: una modalità olistica, «che per noi è imperniata su tre punti fermi - precisa Turati - sintetizzabili con i concetti fiducia, protezione e responsabilità». La filosofia olistica permea l’azienda non solo in tema di sicurezza informatica ma a tutto tondo. Ne è una riprova la modalità utilizzata per celebrare i 25 anni di storia. «Abbiamo realizzato un video nel quale, attraverso la danza, raccontiamo i tre pilastri del nostro essere azienda, lavoro, comunità e cultura - conclude Turati -. Per noi è stata una grandissima emozione, una sfida senza precedenti, per raffigurare cosa e come vogliamo sviluppare il nostro ideale di impresa per il futuro. Una dimostrazione che la contaminazione, il lavoro di squadra e la capacità data dalla competenza possono generare opere d’arte». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA