LA STRATEGIA

Marfran, l’avanguardia diversifica il business

di Adriano Baffelli
Aldo Barucco (responsabile commerciale e marketing) e Alberto Arrighini general manager di MarfranProduzione per il biomedicale
Aldo Barucco (responsabile commerciale e marketing) e Alberto Arrighini general manager di MarfranProduzione per il biomedicale
Aldo Barucco (responsabile commerciale e marketing) e Alberto Arrighini general manager di MarfranProduzione per il biomedicale
Aldo Barucco (responsabile commerciale e marketing) e Alberto Arrighini general manager di MarfranProduzione per il biomedicale

Nella zona industriale di Corte Franca, frazione Nigoline, si trova la sede di Marfran srl, azienda al giro di boa del trentacinquesimo anno di attività. In precedenza ha avuto diverse ragioni sociali: Valerio Franceschetti Elastomeri, acquisita nel 2005 da British Vita del gruppo finanziario statunitense Texas Pacific Group. Cinque anni dopo, con un’operazione di managing by out, la proprietà è tornata in capo alla famiglia Franceschetti e la società è diventata Francesco Franceschetti Elastomeri.

Alla fine del 2020 l’azienda, produttrice di elastomeri termoplastici, ha assunto la denominazione di Marfran. Un rebranding accettato facilmente dal mercato di riferimento perché il nome scelto è quello di un diffuso prodotto aziendale: il compound Marfran, impiegato per produzioni destinate a diversi settori, dai beni di consumo ai profili per finestre, dalle guarnizioni ai tubi, dai dispositivi medici al mercato dell’elettrico ed elettronico, dai dispositivi di protezione individuale come le mascherine a beni per igiene personale e cosmesi, dai casalinghi alle chiusure, sino allo sport estivo ed invernale. La visita in azienda è guidata dal general manager, Alberto Arrighini, ingegnere con profonda conoscenza del settore, e dal responsabile commerciale e marketing Aldo Barucco: il tour consente anche di apprendere che Marfran è partecipata dai cugini Francesco e Giulia Franceschetti: rispettivamente rivestono la carica di vicepresidente di Confindustria Brescia e di consigliere del Gruppo Giovani di Confindustria Brescia. Il fatturato 2021 della srl si è attestato sui 18,7 milioni di euro, in crescita rispetto ai 14,235 milioni di euro dell’anno prima, «in parte a seguito dell’incremento dei prezzi delle materie prime - precisa il general manager Arrighini - ma anche grazie all’aumento dei volumi. Un andamento confermato anche quest’anno, per il quale prevediamo un incremento tra il 20 e il 25 per cento». Il mercato nazionale vale il 65%, il restante 35% del business è rappresentato dalle vendite all’estero. I dipendenti sono una quarantina - in questa fase sono in corso colloqui per nuove assunzioni -, il processo produttivo è molto automatizzato, per questo sono più gli addetti che operano in ufficio e nella sezione ricerca e sviluppo di quelli impegnati nell’area di attività. «Se nella fase iniziale dell’azienda, tra gli anni Ottanta e Novanta - spiega il responsabile commerciale, Barucco - la produzione principale era rappresentata dalla materia prima per le suole delle calzature, oggi il focus è su applicazioni più tecniche, grazie a proposte realizzate con elevate caratteristiche tecnologiche, frutto dell’attività di ricerca interna». Alberto Arrighini ricorda che Marfran, storicamente è un produttore «di riferimento per il settore degli sport invernali: scarponi da sci, pattini da ghiaccio, suole doposcì. Se in passato ha rivoluzionato il settore winter sport nell’applicazione calzature, negli ultimi anni ci siamo focalizzati sull’alleggerimento dei materiali per scarponi da sci, realizzando mescole personalizzate per ogni marca, con particolare riguardo anche all’estetica».

La produzione comprende anche compound per articoli destinati agli sport acquatici. Con i Tpe, acronimo inglese che significa Thermoplastic elastomer, quindi elastomeri termoplastici, prodotti dalla Marfan, si realizzano molti oggetti di uso quotidiano, ad esempio casalinghi, utensileria da cucina, oggettistica. In forte crescita l’attività legata al mondo dell’acqua potabile e grazie alla ricerca, quella destinata al biomedicale, un ambito questo che comporta camera bianca, spazio ad atmosfera controllata, pressione atmosferica, umidità e inquinamento particellare garantite, quindi con garanzia di aria molto pura, cioè a minimo contenuto di microparticelle di polvere in sospensione.