Startup innovative, una spinta fa impennare i finanziamenti

Nel Bresciano, territorio che ha dato vita un decennio fa a Talent Garden, realtà identificata a livello nazionale ed europeo quale indiscusso parametro di riferimento in tema di innovazione tecnologica e digitale, anche per la sua capacità di offrire un ideale humus alle startup per la loro nascita e crescita, le imprese innovative faticano a mettere radici. Rispetto alle circa 119 mila società iscritte in Camera di commercio, le startup innovative sono circa 280, pari al 2% del totale nazionale. La startup innovativa, nella definizione del competente ministero per lo Sviluppo economico, è una realtà giovane, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita e rappresenta per questo uno dei punti chiave della politica industriale italiana. Un decreto-legge del 2012 ha introdotto alcune misure specifiche a sostegno di tale tipologia di aziende per supportarle durante il loro ciclo di vita. È stato varato un pacchetto per sviluppare un ecosistema dell’innovazione dinamico e competitivo, creando nuove opportunità per fare impresa e incoraggiare l’occupazione, promuovendo una strategia di crescita sostenibile. Le imprese in possesso dei requisiti possono accedere allo status di startup innovativa tramite autocertificazione sottoscritta dal legale rappresentante e godere delle agevolazioni registrandosi nella sezione speciale dedicata del Registro delle imprese tenuto dalla Camera di commercio della propria provincia. Per conoscere tutte le startup innovative attualmente iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese è possibile consultare la vetrina #ItalyFrontiers. Le startup innovative possono godere dei benefici previsti entro i cinque anni dalla loro costituzione: trascorso tale periodo di tempo hanno la possibilità di trasformarsi in Piccole e medie imprese innovative, senza perdere i benefici disponibili. Non mancano i casi, anche eclatanti di successo, ma si tratta di esperienze isolate. Situazione condivisa con il resto del Paese, che in totale conta poco più di 14 mila startup, quasi il venti per cento delle quali sono attive a Milano, ancora una volta capitale anche della tecnologia e dell’innovazione. Se si considerano i dati regionali, la Lombardia vale un quarto dei numeri nazionali. Leggendo il rapporto colpisce constatare che i tre quarti delle imprese innovative fanno riferimento al settore dei servizi alle aziende. Distanziatissima la manifattura, quasi irrilevante il commercio con poco più del tre per centro del totale. Anche per incrementare la loro presenza nel 2021 sono raddoppiati i finanziamenti a loro favore, raggiungendo la cifra di 1,461 miliardi di euro, con un +118% rispetto al 2020. Si tratta di un passaggio definito dagli osservatori epocale per il nostro ecosistema che, per la prima volta, supera la soglia del miliardo di euro di investimenti annui, presentando una crescita senza precedenti. In questo incoraggiante contesto, gli investimenti da parte di attori formali - Fondi Venture capital indipendenti; Fondi Corporate Venture capital aziendali e Fondi Governativi Venture capital -, confermano il loro ruolo di guida per l’intero ecosistema, registrando una crescita del 96% e passando dai 294 milioni del 2020 ai 576 milioni del 2021. Si tratta di dati aggiornati forniti dalla nona edizione dell’Osservatorio Startup Hi-tech promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con InnovUp - Italian Innovation & Startup Ecosystem, presentati durante il convegno «Startup e imprese nella trasformazione digitale: Open Innovation per accelerare la ripresa». Per Antonio Ghezzi, direttore dell’Osservatorio Startup Hi-Tech. «il dato degli investimenti segna la forte ripresa dell’ecosistema a seguito della crisi legata alla pandemia, la cui parola d’ordine nel 2020 era stata ‘tenuta’ a fronte della situazione di emergenza affrontata da numerose startup. Sembra esserci stato un effetto pressoché immediato a seguito delle diverse misure messe in atto a livello istituzionale, testimoniate dalla recente iniezione di ulteriori 2 miliardi al Fondo nazionale Innovazione, che si vanno ad aggiungere agli 1,3 miliardi già allocati in passato e che bene hanno sostenuto l’ecosistema». Dei 193 round di finanziamento registrati nel 2021, 115, pari al 60%, risultano essere «primi round», il primo investimento per la startup. Questo valore risulta in linea con quello registrato lo scorso anno, quando i primi round erano stati 94. Il taglio medio degli investimenti in primo round è passato da 4,7 milioni del 2020 ai 4 milioni del 2021. La forte crescita di quest’anno è spiegata dalla tendenza degli investimenti raccolti nei round successivi: nel 2021 questi ultimi registrano una media pari a 12 milioni di euro, contro i 9 milioni del 2020. «Le startup sono sempre più un veicolo per attrarre capitale nel nostro Paese, che ha ridotto il gap rispetto ad ecosistemi europei più maturi, tema che le istituzioni dovranno affrontare con continuità», commenta Andrea Rangone, responsabile scientifico dell’Osservatorio Startup Hi-Tech.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA