LA SOCIETÀ

Thimus, la neuroscienza che interpreta i consumi

di Adriano Baffelli
Sede in città, un'altra a San Francisco e una terza prevista in Canada In programma due round per raccogliere fino a un massimo di 6 mln
Le ricercatrici di Thimus effettuano un encefalogramma: la neuroscienza è al servizio delle impreseMario Ubiali è alla guida di Thimus
Le ricercatrici di Thimus effettuano un encefalogramma: la neuroscienza è al servizio delle impreseMario Ubiali è alla guida di Thimus
Le ricercatrici di Thimus effettuano un encefalogramma: la neuroscienza è al servizio delle impreseMario Ubiali è alla guida di Thimus
Le ricercatrici di Thimus effettuano un encefalogramma: la neuroscienza è al servizio delle impreseMario Ubiali è alla guida di Thimus

Il nome nasce dal termine latino del timo, erba aromatica della famiglia delle lamiaceae: Thimus è un’innovativa azienda bresciana, nata nel 2016, di respiro internazionale, che affianca alla sede cittadina di via Monte Nero quella californiana di Pennsylvania Ave a San Francisco negli Usa, alla quale è prossima ad aggiungersi quella canadese di Montreal in Québec, una delle capitali internazionali dell’intelligenza artificiale applicata alla neuroscienza.

«Thimus è l’unica in Italia a occuparsi di neuroscienza culturale applicata all’analisi dei processi decisionali che guidano le scelte di consumo - spiega l’amministratore delegato Mario Ubiali -. In sintesi, applicando gli strumenti della neuroscienza il nostro team multidisciplinare acquisisce una comprensione approfondita del comportamento e delle motivazioni che guidano i meccanismi di scelta degli esseri umani, costruendo una visione olistica dell’intreccio tra processi neurologici e elementi culturali, sociali ed epigenetici». Di che cosa si occupa Thimus, cosa fa e per chi? «Siamo bravi nel misurare il cervello umano, soprattutto mentre fa esperienza sensoriale assumendo cibo e bevande», spiega Ubiali, aggiungendo uno step più complesso, quello della digitalizzazione delle emozioni e del processo mentale, utilizzando un encefalogramma applicato alla persona che sta consumando cibo. Ma l’aspetto che assume maggiore rilevanza concerne non solo la capacità di misurare le emozioni, quindi, il che cosa, ma il perché si manifestano: Dunque quali fattori sociali, umani, genetici, fanno sì che si abbia una determinata reazione. E va aggiunto un altro tassello tutt’altro che trascurabile: fare in modo che la capacità di misurare le emozioni diventi un business. Oltre che nel food la società è attiva nei settori abbigliamento, automotive, sport e turismo. Nel 2021 il fatturato è stato di 1,3 milioni di euro, con indicazioni positive tendenti al rialzo per il ’22, tutto frutto di servizi e contratti di consulenza e con un buon valore aggiunto. Dal 2023 si prevede una significativa crescita del risultato economico grazie al lancio di una piattaforma scalabile di servizi di co-creation con l’utilizzo di software Sas (Statistical analysis system) che unisce la logica digitale all’inserimento e all’elaborazione di Big data. Nella fattispecie quelli sui consumatori di food. Si va verso lo studio della risposta del cervello al cibo e dei marker genetici. Per Ubiali il settore offre molto spazio di crescita, per adeguare Thimus alle nuove sfide è previsto a breve il lancio di un round per una raccolta finanziaria tra il milione e mezzo e i due milioni di euro. «Dovrebbe concretizzarsi entro fine anno - spiega - garantendo benzina utile per il futuro. In prospettiva, nel medio periodo, è probabile un altro round più consistente, di 4 o cinque milioni di euro». Thimus lavora in sinergia con importanti marchi del food and beverage, non solo italiani. Ma perché la scelta specifica di lavorare soprattutto sul rapporto con il cibo? Una scelta nata durante il lockdown, momento difficile, nel quale la società si è focalizzata su quale sarebbe stata la strada opportuna per valorizzare al meglio le competenze del team multidisciplinare e internazionale: composto da ingegneri, psicologi, neuroscienziati, specialisti business, esperti di analisi sensoriale e analisti, è guidato dall’esperienza manageriale di Ubiali; in tutto quattordici persone di sei diversi Paesi.

La riflessione ha portato a definire il perimetro dell’analisi del cibo e le sue molte connessioni come il migliore per far fruttare le competenze e il know-how della società. Il settore ideale in cui Thimus avrebbe potuto fare la differenza indipendentemente dalle sue dimensioni. Ubiali è laureato in filosofia: i risultati dimostrano quanto sia utile saper pensare.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA