Business e incognite

Fonderie, il fatturato dà soddisfazioni le prospettive fanno crescere le sfide

Una buona performance di fatturato: è quanto emerso dalla rilevazione trimestrale realizzata dal Centro Studi di Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane, con riferimento al quarto trimestre dell’anno scorso. Nonostante questo la crescita dei costi delle commodity energetiche ha influenzato non poco gli ultimi mesi dell’esercizio, ripercuotendosi anche sulla fiducia sui periodi successivi.
Il volume d’affari delle fonderie è cresciuto del 12% rispetto al trimestre precedente. Ben il 72% delle aziende che hanno risposto all’indagine ha indicato un incremento del volume d’affari. Fra queste, il 71% collega all’incremento di commesse il motivo dell’espansione della domanda, mentre il 35% indica anche nell’aumento dei giorni lavorati, rispetto a settembre, un motivo di crescita. Il 29% delle aziende denota un aumento della produzione di nuovi modelli, mentre il 23% segnala una crescita di nuovi clienti.
Il budget delle fonderie per il 2022 - ora da verificare visto il contesto geopolitico - ha previsto un miglioramento medio ponderata pari al +15% sul fatturato acquisito nel 2021.
Guardando ai singoli comparti, la maggioranza delle fonderie di ghisa e di metalli non ferrosi riscontra nel IV trimestre 2021 un fatturato in aumento, rispettivamente, del 15% e 12% sul precedente, mentre fra le fonderie di acciaio prevalgono i segni negativi e una variazione media ponderata nulla.
Anche il comparto, però, si trova ora costretto a fare i conti con nuove incertezze. «L’invasione dell’Ucraina ha fatto da acceleratore, nel caso fosse stato necessario, alla corsa dei prezzi delle materie prime, del gas e dell’energia elettrica che fanno da colonna vertebrale al nostro sistema produttivo. E ora il rischio concreto per le fonderie è quello di rimanere presto senza approvvigionamenti, in particolare di ghisa in pani», ha sottolineato Fabio Zanardi, presidente di Assofond rilanciato la preoccupazione di un comparto che conta oltre mille imprese, con 30 mila addetti e un fatturato complessivo di 6,5 miliardi di euro.
Russia e Ucraina - ricorda l’associazione di categoria - sono ai vertici mondiali nella produzione di commodity determinanti per tutto il manifatturiero italiano, quali ghisa, alluminio, rame, nickel. E già in queste settimane sono state segnalate gravi difficoltà di approvvigionamento, iniziando dalla ghisa in pani.