Nuove sfide

La metalmeccanica vince la pandemia e fa i conti con l’accelerazione dei costi

In provincia di Brescia, nell’ultimo trimestre dell’anno scorso, l’attività produttiva delle imprese metalmeccaniche ha proseguito la propria fase di crescita, registrando un +12,8% per il comparto meccanico rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (tendenziale) e un +13,7% per quello metallurgico. Alla luce del recupero sperimentato nel corso della seconda parte del 2020 e di tutto il 2021, l’attività delle aziende metalmeccaniche bresciane, pur con qualche distinguo, sarebbe ritornato ai livelli pre-Covid. A evidenziarlo è la più recente edizione dell’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia su un panel di aziende associate. L’evoluzione positiva dell’attività produttiva nasconde, tuttavia, serie problematiche per quanto riguarda gli approvvigionamenti delle materie prime e dei semilavorati utilizzati nei processi produttivi. Nel quarto trimestre dell’esercizio mandato in archivio ben il 50% delle realtà meccaniche e il 23% di quelle metallurgiche ha indicato la «scarsità di materie prime e semilavorati» come il principale fattore che limita la produzione. Si tratta di un radicale cambio di scenario rispetto a quanto rilevato nei tre mesi precedenti, quando tale problema non era indicato da nessuna azienda meccanica e solamente dal 6 per cento di quelle metallurgiche.
Queste problematiche hanno determinato serie conseguenze sui costi di acquisto dei materiali. Dal 3° trimestre del 2020 al 4° trimestre del 2021, le imprese bresciane attive nella meccanica hanno dichiarato incrementi nei costi di approvvigionamento nell’ordine del 75%, quelle nella metallurgia rincari pari al 64%.
Di fronte a questi andamenti, le aziende hanno risposto con incrementi dei prezzi di vendita pari rispettivamente al 10% e al 48%. Ciò sta a significare che gli operatori della metalmeccanica bresciana hanno solo in parte trasferito sui prezzi applicati ai clienti gli extra-costi subiti nella fase di acquisto delle materie base. Ne consegue una riduzione della marginalità industriale, che rischia di muoversi in direzione opposta a quella dei fatturati, che invece hanno superato i livelli del 2019.
Anche le preoccupazioni degli operatori metalmeccanici riguardano il caro energia: come già denunciato in altre occasioni, rischia di compromettere ancora di più la redditività operativa, già messa sotto pressione dall’evoluzione dei prezzi delle materie prime.