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Davide Santacolomba, il pianista che sente la musica attraverso le dita IL VIDEO

di Vincenzo Spinoso
Talento e grande forza di volontà Santacolomba: «Sono un pazzo Avrei potuto scegliere di fare altro ma ho preferito inseguire il sogno»
Oltrecultura Fest, il pianista non udente Santacolomba si racconta a Brescia

Superare i propri limiti è, forse, il più extra-ordinario dei talenti. Davide Santacolomba è una splendida storia di extra-ordinarietà, che Bresciaoggi ha raccontato nel terzo appuntamento di Oltrecultura FEST, la rassegna cross-mediale del Gruppo Athesis ideata dal quotidiano e ospitata negli spazi del Vita , in piazzale Arnaldo, l'ultimo mercoledì di ogni mese del 2023, anno dedicato alla Capitale della Cultura.Dopo la comica nippobresciana Yoko Yamada e il fondatore di Legolize, Samuele Rovituso, il terzo ospite è un artista che, dei propri limiti, piuttosto che «nonostante», ha fatto i gradini del proprio successo.

Davide Santacolomba, Oltrecultura FEST

«Sono un pianista sordo» ha raccontato Davide, con una narrazione in cui si sono intrecciati spunti autobiografici, strategie per un apprendimento forzatamente particolare, interazioni col pubblico per trasmettere la sensazione di apprendere tramite la memoria tattile. E, grazie a uno splendido pianoforte a coda, ha suonato musiche di uno studio Philip Glass e la Sonata Patetica Beethoven. «Ho voluto fare una ricerca sui significati che possono girare attorno al senso della musica - ha spiegato Santacolomba -. Già nella mia presentazione c'è questo collegamento. Può sembrare impossibile che un sordo suoni, ma io ho il mio metodo: sento la musica attraverso le dita. Si tratta ovviamente di un percorso di apprendimento inverso rispetto a quello dei normoudenti. Noi viviamo la musica in anticipo, è come se plasmassimo i suoni. Non avendo la risposta sensoriale dell'orecchio, utilizzo il tocco sul tasto, il peso, per far arrivare il suono alla mia mente».

Davide, costretto a sentire il mondo da altri punti di vista, prova a trascinare con sé il pubblico in una esperienza meta-uditiva, svelando che «dietro l'oggetto che noi possiamo vedere o toccare, c'è un oltre. Provate a immaginare una scala che va oltre le nuvole: a un certo punto non la vedete più. L'apprendimento è in questa metafora». Il percorso di Davide verso la carriera come pianista e docente di conservatorio è stato irto di ostacoli: «Effettivamente sono un pazzo, avrei potuto scegliere di fare altro, ma ho preferito seguire le soddisfazioni e la sicurezza che la musica mi dava. Dentro di me sapevo di avere qualcosa da dire e, grazie alla musica, riuscivo a farmi sentire. Quando è scoccato questo amore? Proprio contestualmente alla scoperta della sordità. Avevo 8 anni e stavo troppo vicino alla televisione, così mia mamma mi fece fare degli esami che evidenziarono la mia patologia. La prima reazione dei miei genitori fu il rifiuto, tanto che mi portarono a Milano a fare esami più approfonditi, che confermarono la sordità. A casa di un'amica di mia mamma sentii per la prima volta Fra Martino al pianoforte, mi innamorai di quel suono, e riprodussi quella melodia».

Oggi gli effetti della patologia di Davide sono mitigati da un impianto cocleare che «mi ha cambiato la vita. Adesso riesco a sentire le voci di tutti, ho cominciato ad apprezzare il suono degli uccelli, ho tante compagnie che prima non c'erano: la pioggia, il vento, il mare... Ma, come a tutte le macchine, c'è un limite: non è un orecchio bionico, non sento le note più acute, quindi mi affido a quelle più basse e posso solo immaginare l'effetto che fanno trasposte qualche ottava sopra. Per la comunicazione verbale, mi aiuto col labiale». Nel palmares c'è anche il terzo posto all'edizione 2017 di Tu sì que vales: «Non è un'esperienza che ho cercato, furono loro a contattarmi - confida Davide -. È stata positiva, non mi aspettavo di arrivare in finale. Inoltre mi ha dato tanta risonanza, permettendomi di suonare in giro per l'Italia».

La patologia ha costretto Davide in una gabbia di pregiudizi: «Ho vissuto tanti momenti di sconforto - confida il pianista -. Visto che facevo fatica sugli acuti, un insegnante al conservatorio mi dissuadeva dal suonare il pianoforte, mi consigliava strumenti più bassi. Ma i miei genitori mi hanno sempre spronato a non mollare». I prossimi obiettivi? «Il mio sogno è di incidere e portare in giro la mia musica. Fino alla pandemia non ho mai avuto tempo di comporre; poi, il tempo si è fermato e mi sono potuto dedicare a me stesso, al rapporto con la natura e con posti nuovi. Da marzo a maggio 2020 ho scritto 5 brani che al momento, purtroppo, ho abbandonato. Ma i progetti sono sempre in cantiere».Prossimo appuntamento con OltreCultura mercoledì 26 aprile con l'imprenditrice e volto di Forbes 2022 e 2023, Giulia Pedretti. .

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