LA SFIDA. Tra le 20 candidate alla vittoria della quinta edizione riservata al calcio femminile ci sono due estremi difensori che stanno dimostrando tutto il loro valore

E se fosse la Perla a
incoronare un portiere?

di Andrea Turla

Scatto da pantera, fisico felino, tutta la grinta e la passione dei vent’anni: così simili e così diverse, Veronica Fava del Montorfano Rovato e Sara Ghio della Feralpisalò sono gli unici due portieri candidati al titolo di Perla.

Finora il premio di Bresciaoggi, nel maschile come nel femminile, è stato monopolio di giocatori e giocatrici di movimento. Il ruolo dell’estremo difensore è meno appariscente, ma di cruciale importanza: oltre a sostenere l’enorme responsabilità di proteggere la porta, il portiere comanda la difesa e guida i compagni in fase tattica, essendo l’unico giocatore in grado di vedere tutto il campo. Dai suoi piedi riparte il gioco, dalla sua testa l’azione prende forma.

Per essere un buon portiere servono intelligenza e carisma: doti che non mancano a Fava e Ghio, colonne portanti delle rispettive squadre.

UNA DI QUESTE potrebbe riuscire a scalzare attaccanti e centrocampisti dal trono, segnando una svolta storica per il Trofeo: la vittoria di un portiere nella contesa dei quattro palloni.

Ghio ci è andata vicina: l’anno scorso era tra le prime classificate, si piazzò sesta, anche se la votazione finale ha deciso a favore di Chiara Massussi del Brescia. Classe 2000, si è formata nelle giovanili del Brescia e da due anni gioca nella Feralpisalò, con cui ha conquistato l’anno scorso la promozione in Eccellenza. Nella squadra gardesana è cresciuta moltissimo e i risultati si vedono.

Fava è portiere del Montorfano da 5 anni: classe 1999, ha iniziato quindicenne in Serie D, per poi sostenere con la sua squadra due bellissime stagioni in Serie C. Quest’anno il club rovatese è ripartito dalla Promozione con una rosa giovanissima, in parte nuova al calcio a undici: Fava ne è punto di riferimento per esperienza e per capacità.

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