IL PREMIO

Franzoni punta a Pallone d’Oro e professionismo

di Alberto Armanini
Andrea Franzoni
Andrea Franzoni
Andrea Franzoni
Andrea Franzoni

L’età (23 anni) e la speranza (vincere il Pallone d’Oro) sono le stesse. Anche le prospettive (giocare tra i professionisti) sembrano poter coincidere. Andrea Franzoni si presenta alla finalissima con lo stesso entusiasmo che a suo tempo fu di Francesco Galuppini, l’ultimo giocatore del Ciliverghe a far suo il premio nonché più giovane vincitore nella storia dell’iniziativa di Bresciaoggi. Solo l’annata della squadra è stata diversa. Franzoni, classe ’97, 7 gol in 27 presenze stagionali, secondo miglior marcatore gialloblù dopo Confalonieri, si affianca a Nicola Dal Bosco e Mattia Mauri dopo una stagione amara, che ha portato il Cili alla retrocessione «a tavolino», imposta dopo il lungo lockdown e l’impossibilità di ripartire. A PRESCINDERE dall’epilogo, però, il suo è stato un anno più che positivo. «Ciliverghe era l’esperienza che cercavo - rivela -. Ho avuto l’opportunità di tornare in un ambiente caldo, in un gruppo con grande potenziale e guidato, al momento della mia decisione, da un tecnico come Carobbio, capace di far crescere i propri calciatori». Il finale? «Figlio di una stagione particolare e sfortunata, in cui abbiamo raccolto molto meno di quanto meritassimo. Non è un caso se per quasi tutta la stagione siamo stati l’unica squadra di Serie D capace di battere il Mantova. I punti però sembravano non voler arrivare ma la squadra è sempre stata viva, unita e con identità. Grazie anche a questo, al momento dello stop eravamo in netta ripresa, con quattro risultati utili consecutivi ed otto punti conquistati - analizza Franzoni -. Abbiamo sempre avuto la consapevolezza che ci saremmo salvati, in un ambiente unico dove si era una sol cosa tra prima squadra ed il più piccolo della Scuola Calcio. È difficile da spiegare, ma questa unione, alimentata dalle tante iniziative della società, penso ad esempio alle lettere di tutto il vivaio inviateci prima della partita contro la Savignanese, regala davvero una grande forza». A CONTI FATTI, quindi, il suo 2019/20 è stato ottimo. «Sono soddisfatto di aver dato continuità al campionato disputato con la Calvina, soprattutto per aver trovato con una certa regolarità la via del gol - dice Franzoni -. Questa è stata la mia annata più prolifica in carriera. Resta solo il rammarico di non aver potuto finire la stagione e salvare Ciliverghe sul campo. È una ferita ancora aperta». In stagione Franzoni si è dimostrato un giocatore duttile, capace di interpretare più ruoli. «L’ho presa come un’occasione di crescita, per conoscere più nozioni di gioco e di sapermi adattare a cambi anche in partita in corso». Sono caratteristiche che non sono passate inosservate. A gennaio, ad esempio, il Mantova aveva provato a soffiarlo al Cili. «Ma cambiare non mi è sembrato corretto - rivela il centrocampista -. Avevo preso un impegno con società ed allenatore, stavo bene e percepivo forte l’affetto di tutti». L’ambizione del professionismo, però, non è passata. Al contrario, radiomercato dice che Feralpisalò e lo stesso Mantova sono ancora interessate a lui. Magari dopo averlo visto alzare il Pallone d’Oro, proprio come Galuppini. «Lavoro per quello - chiude Franzoni -. Essere tra i primi tre classificati del Pallone d’Oro di Bresciaoggi è una grande gratificazione che mi regala ancor più stimoli per il futuro». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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