Gherardi, un premio
dorato come consacrazione

di Alberto Armanini
Giorgio Gherardi alza al cielo il Pallone della consacrazione: è il quarto campione dell’albo d’oro
Giorgio Gherardi alza al cielo il Pallone della consacrazione: è il quarto campione dell’albo d’oro
Giorgio Gherardi alza al cielo il Pallone della consacrazione: è il quarto campione dell’albo d’oro
Giorgio Gherardi alza al cielo il Pallone della consacrazione: è il quarto campione dell’albo d’oro

Il 2006 è l’anno delle prime volte. Quella del Darfo, che vede il premio assegnato al suo capitano Giorgio Gherardi dopo il passaggio dall’Eccellenza alla Serie D. Quella di un centrocampista, che si impone dopo un tris di attaccanti come Bottazzi, Quarenghi e Hubner. E pure la prima volta... dei tagliandini. In quell’edizione, infatti, viene testato il meccanismo delle schede-voto, uno schema destinato negli anni a venire a cambiare radicalmente le regole del gioco. Lo si fa non tanto per l’elezione del re dei dilettanti, che rimane ancora esclusiva della giuria, quanto per l’inserimento di tre nuovi candidati tra i finalisti. I tagliandi, infatti, sono dedicati ai giovani e portano alla ribalta Andrea Savoia (Salò), Stefano Parolari (Darfo) e Davide Allegri (Feralpi Lonato).

DOPO UN’EDIZIONE combattuta (nel 2005 Hubner precede Stefano Franchi per soli 2 punti), si torna ad un’elezione a furor di popolo, pardon, di giuria. Giorgio Gherardi viene incoronato re dei dilettanti con 44 punti davanti a Mauro Bertoni con 21, all’epoca difensore centrale del Rodengo, e al compagno di squadra Riccardo Poma (17). Curiosamente è anche la quarta edizione consecutiva del Pallone d’Oro che viene vinta da un non bresciano. Dopo il piacentino Bottazzi, il trentino Quarenghi e il cremasco Hubner tocca al bergamasco Gherardi. Atalanta, San Paolo d’Argon, Alzano, Casteggio, Codogno. Le principali tappe pre-Darfo di Gherardi sono fuori dalla provincia e così sarà anche per le successive. Per questo si tende oggi a considerarlo un Pallone d’Oro dimenticato, una meteora del premio. In quell’anno, però, nessuno più di lui è in grado di convincere i giudici. «Sono stupito di aver vinto: tutti gli altri vincitori erano bomber - sono le sue prime parole dopo l’incoronazione -. Non ho mai fatto molti gol e proprio per questo credo che si tratti di un premio che va condiviso con la squadra». Vero. Il Darfo di quell’anno è uno schiacciasassi. Dopo la settima stagione consecutiva in Eccellenza il miracolo riesce a Luca Inversini, con Giancarlo Maffezzoni come direttore sportivo. L’annata finisce con 69 punti in 34 partite e il miglior attacco (58 reti). Secondo, staccato di 8 lunghezze, c’è il Castelcovati, quindi Serenissima e Suzzara a quota 60.

MONOPOLIO darfense nella lista dei candidati. Ci sono Luca Bosio, Slobodan Bojanic, Giorgio Gherardi, Stefano Parolari e Riky Poma: cinque su venti. La pattuglia degli attaccanti è completata da Battista Bandera (Cadignano e Gabiano), Cristian Colleoni e Fabrizio Danesi (Feralpi Lonato), Andres Garrone (Rodengo), Daris Lumini (Lonato e Chiari), Federico Mainetti (Castegnato), Ermanno Panina (Verolese e Dellese) e Cristian Quarenghi (Salò). Un solo centrocampista (oltre a Gherardi), è il camuno Stefano Martinelli, che gioca nel Rodengo. Tra i difensori invece Mauro Bertoni (Rodengo), Paolo Ferretti e Andrea Savoia (Salò) e Nicola Piacentini (Verolese). La giuria si riunisce il 29 dicembre 2006 ed è presieduta da Tommaso Ghirardi, all’epoca ancora presidente del Parma. Il suo quasi omonimo Gherardi conquista il primato per ben 7 preferenze mentre Bertoni ne acciuffa 4. Curioso che a fine intervista il vincitore si faccia scappare un auspicio. «La mia speranza è quella di puntare alla C2 con il Darfo». Ad oggi, purtroppo, nessuno è ancora riuscito a portare i camuni tra i «prof». 

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