La parola ai direttori:
«È l’anno giusto per un bis»

Quinto appuntamento con il «lunedì del direttore», l’approfondimento sui Palloni d’Oro, d’Argento e di Bronzo realizzato in collaborazione con l’Associazione Direttori Sportivi Bresciani. Questa settimana la scelta è caduta su tre diesse di lungo corso, tutti nati negli anni ’60. Il primo è Luigi Amadori. Nato il 20 febbraio del 1966, vive a Castenedolo e fa l’operaio. I suoi primi passi nel calcio li ha mossi a Calvagese, come dirigente. Dopo una sola stagione, però, ha subito preso le redini della prima squadra in qualità di direttore sportivo, una missione portata avanti per alcuni campionati di Seconda. Quindi Polpenazze, sempre in Seconda, e poi il ritorno al primo amore, il Calvagese, salvo spostarsi in seguito al Roé Volciano. Nel novembre del 2018 diventa direttore sportivo dei Giovani Gialloblù di Sarezzo, in Terza. Quest’anno, invece, è in sella al Villa Carcina. Dalla zona triumplina alla Franciacorta con Massimo Cocchetti. Classe 1962, è il dirigente attorno a cui ruota tutto il Real Rovato Franciacorta. Non solo direttore sportivo, quindi, ma anche presidente e «one man band» di tutta la società. Da tre anni riesce a mantenere la squadra in Seconda. Si chiude poi con un direttore di città. Classe 1965, Gian Battista Durosini è al secondo anno come direttore sportivo in quel di Urago Mella. Dopo gli inizi come osservatore e storico collaboratore di Alberto Buizza, uno degli attaccanti più letali del calcio bresciano nonché ottimo allenatore, diventa dirigente accompagnatore al Ghedi, in Seconda, mansione che svolge per quattro anni consecutivi. Poi passa alla scrivania da direttore sportivo e centra subito il salto in Prima. Dopo un’amara retrocessione la squadra riparte e ottiene una salvezza tranquilla. Con l’Urago, alla corte degli Abrami, ha centrato il passaggio dalla Prima alla Promozione, categoria che la squadra ha provato a difendere fino allo stop dei campionati.

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