IL PREMIO

Marrazzo, re d’Argento per entrare nella storia

di Alberto Armanini
Carmine Marrazzo
Carmine Marrazzo
Carmine Marrazzo
Carmine Marrazzo

Per molti anni ha avuto il rammarico di non giocare tra i dilettanti e non poter competere per il Pallone d’Oro. Ma era giustificato. Era sempre impegnato altrove, tra Serie C e D, a vincere campionati e segnare gol a grappoli. Giulianova, Paganese, Brescello, Pergo, Valenzana, Savona, Virtus Entella, Lupa, Piacenza, Varese, Crema e via dicendo. Da quando è tornato, nel dicembre 2017, Carmine Marrazzo sembra aver deciso di chiudere i molti conti in sospeso con i premi di Bresciaoggi. Dodici mesi fa festeggiava il suo Pallone d’Argento da giocatore di Prima categoria, con il Rodengo. Dopo il lockdown risulta essere il cannoniere più prolifico della stagione, destinato a una Scarpa d’Oro che nessuno potrà più togliergli. Tra sei giorni correrà per il suo secondo Pallone d’Argento, stavolta con la Promozione in saccoccia. Emozionato? «Determinato, come sempre - dice -. Spero di vincere, sarei il primo nella storia a fare il bis. Ho lavorato tanto per fare una stagione positiva e spero di essere ricompensato».

DEFINIRLA positiva è forse riduttivo. La stagione di «Carminetor» è stata devastante: 24 gol in 22 partite e il titolo di Promozione (il secondo consecutivo) conquistato. «Tutto è andato come doveva - commenta l’attaccante classe ’82 di Nocera Inferiore -. Fisicamente sono stato benissimo e di questo devo ringraziare il prof Luca Dalla Noce, che ha fatto il possibile per tirarmi a lucido. Se negli ultimi quattro anni le sue squadre hanno vinto quattro campionati un motivo ci sarà. A livello personale ho provato a fare quel che ho sempre fatto, vivendo una vita da atleta, mantenendo controllata l’alimentazione e così via. Non sono cambiato di una virgola rispetto a quando giocavo in Serie C. Il resto è arrivato grazie alla squadra». Al di là delle apparenze non è stata una stagione facile per il Castegnato. «Dopo 4 giornate eravamo a 8 punti di distanza dal Desenzano, non dobbiamo ricordarlo - puntualizza Marrazzo -. In quel momento era facile perdere la testa e mandare tutto all’aria, invece così non è stato. La società, il presidente Imperiale, il ds Andrea Minelli e Paolo Quartuccio, nostro allenatore, sono stati calmi e hanno voluto dare fiducia alla squadra anziché massacrarla. Noi vecchi, poi, ci siamo presi le nostre responsabilità. Da lì è iniziato un nuovo campionato e l’arrivo di risultati positivi ci ha dato una grossa mano. Però va detto. Nulla è nato dall’improvvisazione. Quartuccio è un martello, in settimana abbiamo curato ogni dettaglio e la domenica è stata solo una diretta conseguenza del grande lavoro fatto».

POI È ARRIVATO il lockdown. Una mazzata per chi vive di calcio e... gol. «Lo confesso, la cosa che mi è mancata di più è il gol. Sono rimasto sereno perché ho continuato ad allenarmi. Anche se la stagione del Castegnato era finita ho fatto allenamento ogni giorno sfruttando i sentieri della Franciacorta. Mi ha aiutato a superare l’inattività. Ora mi diverto a giocare a Padel con Tognassi, Sinigaglia e Quartuccio. È un momento felice anche se sono concentrato sui prossimi obiettivi». Quali? «Vorrei vincere il Pallone d’Argento in questa volata con Matteo Dincao e Marco Negrello. Poi vorrei conquistare l’Oro grazie al prossimo campionato di Eccellenza. E chiudere in bellezza con questo ultimo sogno di una carriera che mi ha regalato tante soddisfazioni». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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