Una musica che abbatte le barriere

Una musica che abbatte le barriere
Una musica che abbatte le barriere
Associazione Altra Voce

La musica è un mondo perfetto: abbatte le barriere, sociali e ideologiche. È un linguaggio che accomuna, azzerando le diversità. Proprio come accade da otto anni a Darfo al Centro Altravoce, dove il cosmo dei diversamente abili si intreccia con quello della non-disabilità. Due galassie che si incontrano e dialogano all'unisono. L'associazione - unico ente del terzo settore certificato e abilitato ad offrire percorsi educativi e riabilitativi musicali a Metodo Esagramma in Valle Camonica - ha come utenti bambini, ragazzi e adulti con problemi psichici, fisici e mentali come autismo, ritardo cognitivo, psicosi infantile, sindromi generiche, disagio sociale e familiare.All'Altravoce «i ragazzi disabili vengono accolti come persone che "sanno fare", indipendentemente dalla tipologia e dall'importanza della disabilità - spiega la presidente dell'associazione Silvia Franzoni -. L'ambiente creativo strutturato permette di cimentarsi in momenti di vita adulta, in cui ogni persona con disabilità, attraverso il lavoro, l'impegno ed il giusto supporto, può fare qualcosa di "grande" da vivere e condividere con gli altri».Tutto è sbocciato grazie ad un progetto di Fabio Dalceri, fondatore del Centro e direttore dell'Orchestra Altravoce, che si è formato a Milano con il Metodo Esagramma, ottenendo l'abilitazione ad aprire una struttura. «Era il 2011, e a Darfo nasceva il primo Centro di musica inclusiva. Abbiamo dovuto acquistare i primi strumenti e cercare una sede. In Valcamonica si è trattato di una vera e propria una rivoluzione culturale - ammette Silvia Franzoni, esperta in percorsi educativi e riabilitativi musicali e multimodali per la fragilità e il disagio psichico e mentale, con un master in Musicoterapia orchestrale presso Esagramma -. Il territorio, spesso duro e chiuso, restio all'innovazione, non era così sensibile al fatto che una persona disabile potesse nascondere dentro di sé un enorme talento. Gli stessi genitori erano scettici. Tanto che l'ostacolo più arduo non è stato quello di superare le difficoltà oggettive dell'insegnamento, quanto l'indifferenza della gente, l'impermeabilità della comunità al tema dell'inclusione».Ma le cose in poco tempo sono cambiate. «Già nel 2012 è stato attivato il primo triennio, con 5 allievi e il Progetto Famiglia, in collaborazione con l'Amministrazione comunale, l'Itis Olivelli e alcune associazioni del territorio», spiega la presidente del Centro camuno. Nel 2014 maturano importanti collaborazioni e nasce il festival «Diversità in sinfonia».Il primo concerto di Natale, intitolato «Il mondo alla rovescia», porta la data del 2015. Nello stesso anno vengono attivati due nuovi gruppi di primo anno e nasce una collaborazione con il Conservatorio Dall'Abaco di Verona per l'accoglienza di tirocinanti nelle attività del Centro, con l'avviamento del progetto «Oliver Twist».L'anno successivo prende vita il progetto «Le voci dell'orchestra», il primo in Italia in cui un'orchestra inclusiva sinfonica realizza un volume dedicato alle scuole dell'infanzia. Il tema principale è la musica vissuta come luogo di reale inclusione culturale e valorizzazione sociale.Negli ultimi due anni il «salto di qualità», con una crescita dei numero di collaboratori e di allievi. «Se penso che siamo partiti in quattro, ed oggi il team è composto da una trentina tra psicologi, pedagogisti ed educatori che portano avanti un percorso terapeutico, oltre che musicale, quasi non ci credo. É un bel sogno che si è concretizzato - sottolinea Silvia Franzoni - Ai concerti della nostra Orchestra Sinfonica possiamo contare su un pubblico numerosissimo, anche di 600-700 persone. Vedere una platea gremita, è una soddisfazione che gratifica».Altravoce «si è dimostrato un progetto in grado di coinvolgere e appassionare giovani di tutta la provincia e oltre, con o senza disabilità, trattando questo tema sempre con dignità e in una luce nuova». Anche se le cose da fare restano davvero tante. «Oggi vorremmo poter spiccare il "salto", avere più strumenti a disposizione dei nostri allievi, soddisfare un numero maggiore di utenti, dare loro delle borse di studio. E continuare l'esperienza felice dell'Orchestra». Con il grande repertorio, da Bizet a Beethoven, con violini, violoncelli, contrabbassi, timpani, arpe e percussioni, i ragazzi, anche quelli affetti da disabilità gravi, «si sentono supportati da validi alleati e, insieme ad operatori competenti, iniziano a scoprire la propria personalità e le proprie capacità», sottolinea Silvia Franzoni.Il percorso di musica inclusiva orchestrale - che prevede l'affiancamento di un educatore-musicista per ogni utente - inizia con un triennio dove si va alla scoperta di tutti gli strumenti dell'orchestra. Seguono due anni di perfezionamento, in cui si cerca lo strumento che «risuona» in ogni ragazzo in modo forte, e in parallelo si approda all'Orchestra Sinfonica Altravoce, composta da musicisti con disabilità mentale e fisica ed educatori-musicisti professionisti. É qui che, tra prove e concerti, si intraprende la «vita» del vero musicista.

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