La storia

"La pizza
è meglio
della camorra"

Ciro Di Maio al lavoro
Ciro Di Maio al lavoro
Ciro Di Maio al lavoro
Ciro Di Maio al lavoro

«La pizza è meglio della camorra», parola di Ciro Di Maio, giovane ristoratore di Frattamaggiore, che ha trovato la sua strada a Brescia ma non ha dimenticato le sue origini. Il padre Eugenio da ragazzo si era fatto abbagliare dai soldi facili che la malavita assicura a chi è in difficoltà: «Si era fatto intrappolare, perché quella è una ragnatela, una volta entrati non si esce, o si finisce in carcere o si finisce morti. Non ci vuole coraggio per entrare nella camorra, ce ne vuole per uscirne. Ma lui ce l’aveva fatta. Io l’ho conosciuto quando era già una persona pulita. Prendeva i ragazzi e li portava in
comunità, raccontava loro la sua storia per accendere la speranza di una vita migliore». Pur vivendo in un quartiere difficile, le casi popolari di via Rossini a Frattamaggiore, Di Maio ha sempre avuto davanti l’esempio del padre. Ha scelto da subito il percorso della ristorazione e ha lavorato in diverse città del Nord, dove ha trovato le opportunità che la sua città gli negava. A Brescia ora ha una pizzeria. E adesso che il padre è scomparso per una malattia, Ciro vuole impegnarsi in prima persona per portare avanti il suo insegnamento. «Con il covid - dice - la camorra farà un salto di qualità perché è proprio quando ci sono situazioni problematiche che la malavita ti illude con i suoi soldi di avere la soluzione, ma non è così. A Brescia mi trovo bene, ma voglio tornare nel mio quartiere per continuare a fare quello che faceva mio padre: aiutare i giovani delle case popolari. Lo farei con il mio lavoro, insegnando a chi crede di non avere futuro che con impegno il futuro si può costruire. Ci sono tantissime opportunità. Certo servono sacrifici, ma sono quelli che danno valore alla vita».

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